Riscuotere i 100 euro? Non Pos.
Lionel Messi vince la scommessa col portiere polacco Szczesny ma, durante Polonia-Argentina, non incassa la posta in palio perché oltre i 60 euro per pagare c’è l’obbligo del Pos (dispositivo elettronico) che Szczesny non poteva avere. Dopo quella introdotta dalla legge di Bilancio, in campo niente manovre d’azzardo, davanti a 60.000 testimoni, per di più su un rettangolo verde dove un giocatore come Messi, sul tavolo da gioco, con le sue accelerazioni a tavoletta fa tabula rasa degli avversari.
Szczesny, un portiere abituato alle uscite (e, per i suoi lauti guadagni professionali, a cospicue buonuscite) è così rimasto al palo, nella propria sfera d’azione: nella lotteria dei rigori, in virtù di una rigorosa parata dagli 11 metri (yes, eleven) ha potuto così essere, conseguentemente, insolvente sul valsente. A Lionel, un ragazzo davvero d’oro (per i 7 palloni vinti) non gliene è importato un fisco e ha detto che è pronto non solo a pagare ma a ripagare chiunque con le sue prodezze, vera moneta sonante per il grande cantore del calcio.
Intanto, con un’irruzione a tutto campo, arriva la forte protesta dell’associazione ‘Scommetto che non arrivo a fine mese’ che col suo presidente va all’attacco: “Con la nostra busta paga la prendiamo, fiscalmente parlando, sempre nel cuneo”. Parole che hanno suscitato forti mal di pancia ma che sono in linea con i bisogni degli associati e che hanno raggiunto un vasto bacino d’utenza. “Un esempio di come si tratta il ceto medio col dito medio”, conclude il presidente, senza nascondersi dietro un dito.