Strana coincidenza, tempo fa, su una tratta della linea ferroviaria: una mucca si è fermata sui binari, ruminando a lungo sul da farsi.
Sulla strada ferrata il treno si è ritrovato la strada sbarrata e ha rischiato di fare carne di porco, anzi di fare le fettine, col rischio di un macello. I macchinisti, la reincarnazione dello stupore, hanno gridato: ‘Porca vacca!’
All‘avvicinarsi del treno la vacca, con bovina coerenza, ha continuato letteralmente a fare la vacca, restando immobile con bestiale freddezza, pur correndo il rischio di farsi una brutta bua e di passare, per lo schianto, dalle stalle alle stelle. Una follia causata dal morbo della mucca pazza? Lo schianto, infine, fu evitato e tutto rientrò nei binari della normalità.
Non erano certo questi gli investimenti di cui, trattandosi di ferrovie, vennero trattati a suo tempo per la tratta di cui trattasi. Ma il passato è passato, oggi siamo in tempi di vacche magre ed è inutile piangere sul latte versato. Conclusione: a fine corsa, per i ritardi dovuti alla mucca, i passeggeri, stanchi e irritati, sono arrivati parzialmente stremati.