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“Il Rinascimento dei bambini”, il CSV Abruzzo porta a Sulmona la storia degli Innocenti di Firenze

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
18 Novembre 2022
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Sulmona. Coniugare arte, architettura, accoglienza, donazione, carità: concetti in apparenza lontani, ma in realtà accomunati nella cultura della bellezza e della solidarietà.

È questa la premessa da cui nasce la mostra “Il Rinascimento dei Bambini”, promossa dal Centro Servizi per il Volontariato Abruzzo e realizzata da Banco Farmaceutico e Meeting di Rimini, presentata oggi, 18 novembre, a Sulmona presso la sala conferenze dell’Archivio di Stato dell’Aquila alla presenza, tra gli altri, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Sulmona Rosanna Tuteri, del Presidente del CSV Abruzzo ETS Casto Di Bonaventura e della Direttrice dell’Archivio di Stato dell’Aquila Marta Vittorini.

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Quella di Sulmona è la quarta tappa abruzzese dell’esposizione, già allestita a Pescara e a Chieti la scorsa primavera e a Teramo nel mese di ottobre. La mostra, a cura di Mariella Carlotti, racconta la storia dello Spedale degli Innocenti di Firenze, creato su iniziativa del mercante pratese Francesco Datini, che alla sua morte destinò i suoi averi per avviare la realizzazione e la gestione di una struttura, oggi ancora attiva, per accogliere le bambine e i bambini abbandonati.

«Abbiamo visto in questa mostra una grande valenza educativa», ha dichiarato il Presidente del CSV Abruzzo Casto Di Bonaventura. «È il racconto di come, dal gesto di un singolo soggetto, una intera comunità si muova per un ideale di bene, di bellezza e di giustizia. Anche il volontariato nasce per costruire spazi di bene, di bellezza e di giustizia e mi auguro che chi visiterà la mostra, ed in particolare i ragazzi, possano essere affascinati da questa realtà, ancora oggi presente ed operante in Firenze».

La mostra arriva a Sulmona in prossimità della Giornata Internazionale per i Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che cade domenica 20 novembre. Come evidenzia Carmela Petrucci, Componente del Consiglio Direttivo del CSV Abruzzo, la scelta di portare questa iniziativa anche a Sulmona è dettata in particolare dalla presenza in città di un luogo di accoglienza per bambini abbandonati gestito per secoli dalla Casa Santa dell’Annunziata, un’istituzione laico-religiosa analoga a quella fiorentina, in quanto ente di beneficenza per l’assistenza delle fasce più deboli che possiede un notevole patrimonio storico ed artistico.

«La necessità di provvedere agli orfani ed ai ragazzi bisognosi», sottolinea Petrucci, «è sorta diffusamente intorno alla metà dello scorso millennio; così come a Firenze lo Spedale degli Innocenti, a Sulmona abbiamo avuto il Conservatorio femminile di San Cosimo – di cui l’Archivio di Stato custodisce ampia documentazione oggi in esposizione -, un istituto che prevedeva un servizio baliatico interno e a domicilio, e dove le orfanelle crescevano e studiavano. Al momento del matrimonio veniva anche loro devoluta una dote; quelle che invece restavano nel Conservatorio impartivano lezioni alle più giovani o lavoravano all’esterno. Altra struttura cittadina era il Monastero di Santa Chiara gestito dalle suore di clausura, dove era presente una ruota per l’accettazione di infanti abbandonati; un servizio di accoglienza limitato nel tempo che prevedeva un successivo affidamento a famiglie disponibili. In seguito brefotrofi e orfanotrofi sono stati progressivamente sostituiti sia dagli istituti dell’adozione e dell’affidamento, sia dalle case-famiglia o dalle comunità, che cercano di riproporre la formula dell’accoglienza in ambito familiare».

L’esposizione sarà visitabile dal 18 al 25 novembre (tranne domenica 20) nei locali dell’Archivio di Stato dell’Aquila – Sezione di Sulmona in Viale Sant’Antonio n. 30, dalle 9.00 alle 15.00. I visitatori avranno la possibilità di visionare i 32 pannelli che compongono le tre sezioni in cui è articolata la mostra insieme ai ciceroni volontari, opera per la quale si alterneranno i volontari in Servizio Civile del Museo diocesano del Comune di Sulmona, della Cooperativa Horizon Service di Sulmona, della sede dell’Aquila del CSV Abruzzo, dell’ANFFAS di Sulmona. Insieme a loro anche alcuni operatori e utenti del centro diurno dell’ANFFAS, alcuni dirigenti dell’Archivio di Stato e altri volontari che hanno aderito all’iniziativa.

La nota alla stampa del Comune di Sulmona

L’assessore alla Cultura Rosanna Tuteri, stamane, ha ringraziato gli organizzatori del CSV, la direttrice e il personale dell’Archivio di Stato, sezione di Sulmona, sempre pronto e disponibile ad accogliere ed ampliare con il proprio patrimonio documentario le proposte di valorizzazione e divulgazione attuate attraverso le mostre.

In questo caso l’esposizione tocca un tema importantissimo nelle società del passato e contemporanee: la cura verso i bambini abbandonati. Se nell’antichità la patria potestas si arrogava il diritto di vita e di morte sui neonati, tanto che abbiamo documenti come le epigrafi e i testi letterari che parlano degli “alumni” affidati alle balie e dei “nutriti”, piccoli a volte neonati, che venivano affidati ai pastori transumanti e alla piccola società in cammino con le greggi, è solo con l’Umanesimo e il Rinascimento che vengono istituite, a Firenze nel 1419, a Sulmona circa un secolo dopo, strutture per l’accoglienza, il mantenimento e l’educazione dei bambini “innocenti”.

Tale attività solidale e benefica sembra comunque praticata nella nostra Città dalla fondazione dell’Annunziata nel 1320 e proseguita nel convento di San Cosimo fino ad epoche recenti. Sottolinea ancora l’assessore come lo spirito della mostra inviti a considerare come a Firenze, insieme al nutrimento materiale e alle cure, i bambini ricevessero un’educazione alla bellezza, per il fatto che erano circondati dalle opere d’arte presenti nell’Ospedale degli Innocenti, edificio antesignano del Rinascimento, opera di Filippo Brunelleschi.

Dalla storia si riceve un messaggio chiaro: la civiltà consiste nella volontà e nella capacità di prendersi cura degli elementi deboli della società. E la civiltà è al massimo grado, quando alla cura si accompagna la bellezza.

 

 

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