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Carceri, sovraffollamento e poco personale: sindacati scrivono a ministro Nordino “Rischio paralisi”

Luna Zuliani di Luna Zuliani
17 Novembre 2022
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Teramo. “Le sottoscritte Organizzazioni Sindacali più rappresentative del Corpo di Polizia Penitenziaria, vista l’inaccettabile inerzia del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria Lazio Abruzzo e Molise e del Dipartimento dell’’Amministrazione Penitenziaria di Roma, chiedono con la presente un vostro Autorevole intervento, ognuno per la propria parte, sulla gestione della Casa Circondariale di Teramo attesa la gravissima e quotidiana emergenza che investe detto Istituto Penitenziario”. Inizia così la lettera dei sindacati Sappe, Sinappe, Uspp, Uilpa, Cisl e Cgil al ministro della giustizia Nordio Carlo.

“Si evidenzia che negli ultimi anni l’istituto teramano è diventato il “ricettacolo” del distretto dei detenuti ingestibili e riottosi, innumerevoli sono state le aggressioni, gli insulti e minacce, per opera della popolazione detenuta nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria e di tutti gli altri operatori. (ad oggi risultano circa nr.1600 eventi critici a fronte degli nr.800 dell’anno 2021). A nulla sono valse le innumerevoli segnalazioni e manifestazioni di protesta attuate dalle scriventi OO.SS., come inutili sono state le precedenti rassicurazioni dell’ex Provveditore Dr.Cantone ora vice capo D.A.P. volte a limitare le assegnazioni di soggetti “psichiatrici” giacché l’istituto è sprovvisto di un’articolazione dedicata ad essi, aggiungendo poi la mancata formazione del personale di Polizia nella gestione di questi soggetti. Inoltre il 90% delle assegnazioni che il PRAP dispone è per
Ordine e Sicurezza, di soggetti ingestibili.

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Difatti, non c’è giorno che all’’interno dell’’Istituto vi sia emergenza della gestione con conseguente susseguirsi d’innumerevoli eventi critici posti in essere da detenuti “riottosi scaricati “ da altri istituti. Eventi, i quali, come previsto, danno origine a procedimenti disciplinari con conseguenti sanzioni, ma gli stessi provvedimenti diventano inefficaci, quando, per mancanza di spazi idonei e\o impossibilitati a eseguirli, o, se eseguiti, nei reparti
detentivi ordinari, tra tutti gli altri detenuti, (sic!) perdendo di efficacia e producendo effetti oltremodo negativi sia sotto l’aspetto trattamentale (cresce esponenzialmente la percezione di impunità degli autori) che gestionale da parte del personale che opera nei reparti detentivi. In poche parole ormai le sezioni sono veri e propri “ghetti” in cui, non solo è impensabile lavorare ma non è possibile neanche accedervi senza non incappare in ritorsioni da parte di determinati soggetti , come è accaduto alcuni giorni fa quando un collega si è visto aggredito da un detenuto AS3 che la Direzione Generale Detenuti del DAP non ha ritenuto trasferire ,bensì comandando un consiglio di disciplina integrato per un ipotetico e improbabile applicazione dell’art 14 bis O.P. poiché soggetto psichiatrico e quanto accaduto nella serata del 12 novembre scorso dove due detenuti hanno distrutto la postazione di servizio cd. “piano distributore “ e altro successivamente danneggiato il sistema di video sorveglianza del box agenti 4° sezione , da pochi giorni assegnato per ordine e sicurezza.

Si evidenzia altresì in maniera preoccupante che il personale non e debitamente formato per fronteggiare eventi critici, con scarso equipaggiamento e senza protocolli operativi oltre la gravissima carenza di personale di Polizia Penitenziaria, circa il 30% ,che a fronte delle nr.216 unità previste con PCD del 2017 per nr.320 detenuti sono in servizio effettivo nr.166 ( ad oggi manca un funzionario, nove Ispettori, diciotto Sovrintendenti e ventidue Agenti ) e nonostante ciò il DAP ha da poco trasferito tre neo Ispettori teramani usciti dal corso in istituti del nord anziché riassegnarli a Teramo (sic!) comportando un accumulo di circa 13.000 giornate di congedo ordinario e l’effettuazione di circa 55.000 ore di lavoro straordinario per mandare avanti un sistema prossimo al collasso a ciò si aggiunge la carenza di altre figure professionali come i Funzionari giuridici pedagogici (nr.2) che da cinque
unità nel giro di poco tempo sono passati a tre, personale tecnico (idraulico e elettricista) ,personale amministrativo e contabile (un contabile di cassa assegnata dal corso e poco dopo un mese distaccata presso gli Uffici del PRAP Roma (sic!) e del personale sanitario assegnato per far fronte alla necessità di una popolazione di
nr.320 detenuti a fronte dei 420 e più.

Per non citare poi l’emblematica e “kafkiana” situazione che si è venuta a creare con la Direzione di codesto istituto, di fatti il PRAP ha disposto che l’attuale Direttore assuma la reggenza anche di un altro istituto importante della regione Abruzzo quale quella della CR di Sulmona (AQ) che di fatto in questo particolare momento di tensioni, sovraffollamento insostenibile e di continui atti turbativi per l’ordine e la sicurezza, ricadono inevitabilmente in capo al Dirigente del Corpo.

Inoltre la mancanza del personale sanitario infermieristico, dovuta soprattutto ai continui turnover imposto dall’ASL e in alcuni casi dalle dimissioni dello stesso personale, per la scarsa sicurezza in cui è costretto a operare e per le difficili condizioni lavorative in cui versa l’Istituto. Pertanto, tale situazione di estremo disagio ricade inevitabilmente su tutti gli operatori penitenziari in particolare sulla Polizia Penitenziaria e provoca una grave compromissione dei diritti soggettivi e dell’ordine e della sicurezza dell’Istituto Teramano.

Ancor di più si rappresenta un’intollerabile compressione delle relazioni sindacali, caratterizzati dalla mancata attuazione degli accordi, pattizi da parte della Direzione e dai mancati riscontri alle numerose note sindacali.
Per tutto quanto sopra esposto, le scriventi Organizzazioni Sindacali sono costrette ad indire lo stato di agitazione del personale di Polizia Penitenziaria e l’interruzione delle relazioni sindacali con la Direzione e contestualmente richiedono per l’ennesima volta , ai vertici del Dipartimento, un provvedimento deflativo, riportando l’istituto ad una capienza regolamentare (nr.275 detenuti) a fronte delle nr. 422 , con un sovraffollamento che si attesta al 150% e nell’immediato un provvedimento di blocco delle assegnazioni, al fine di riportare la popolazione detenuta a numeri più adeguati alla struttura per una gestione ottimale degli stessi soprattutto sotto il profilo della sicurezza e per un percorso di rieducazione compiuta e adeguata.

In assenza di urgente riscontro, le richiamate Organizzazioni Sindacali, intraprenderanno tutte le azioni necessarie a tutela del personale. Nell’attesa di cortese urgente riscontro, cordiali saluti”.

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