L’Aquila. Scrive al ministro Matteo Salvini, una delle due mamme della coppia arcobaleno di Roma che ha ottenuto la sentenza che ha riconosciuto il loro diritto ad essere identificate e riconosciute come ‘genitori’ della loro bambina.
“Caro ministro Salvini, ho letto le sue parole e le note del Governo dopo l’ordinanza del Tribunale di Roma che ci riguarda personalmente e mi permetto di scriverle due righe per esprimere il mio pensiero, perché lo devo soprattutto a mia figlia. Padre e madre sono le parole più belle del mondo. Sono d’accordissimo con lei, ma non rappresentano noi e la nostra situazione familiare”. sottolinea Sonia. “Sono figlia di un padre e di una madre che mi amano infinitamente, ma la mia bambina ha due mamme che l’hanno desiderata, la amano e si prendono cura di lei tutti i giorni, esattamente come hanno fatto i miei genitori con me. genitori, questo siamo”, sottolinea Sonia.
“Genitori agli occhi di nostra figlia che – prosegue Sonia nella sua lettera – dice con orgoglio e sicurezza a tutti che ha due mamme. Genitori nella vita quotidiana in cui entrambe abbiamo gli stessi diritti, ma anche gli stessi doveri nei suoi confronti. Genitori per lo Stato dato che la mia compagna è sua madre anche legalmente. E cosa ci sia di discriminante nella parola genitori, anziché padre e madre, nel chiedere che venga rispettata la nostra identità personale e familiare, questo proprio non riesco a comprenderlo, mi perdoni”.
“Così come non riesco a comprendere – prosegue Sonia – come la nostra legittima richiesta minacci la ‘famiglia tradizionale’, quella con cui tutti i giorni interagiamo dentro e fuori la scuola di nostra figlia, rapportandoci serenamente, oserei dire ‘normalmente’. Non capisco, ma sarà sicuramente un mio limite, come il fatto di chiedere che vengano difesi i nostri diritti voglia dire compromettere quelli della famiglia tradizionale. I papà e le mamme degli amichetti della nostra piccola grande donna ci accolgono tutti i giorni senza sentirsi minacciati. La società, ministro, è molto più preparata, flessibile e inclusiva delle Istituzioni.
“A non accoglierci, rispettarci e tutelarci è lo Stato, che continua a negare la realtà e i diritti di centinaia di bambini, cittadini italiani, con due mamme e due papà. Le ricordo che si tratta di bambini veri, in carne ed ossa, non ideologie o teorie su cui la politica può giocare. E’ qualche decennio che le famiglie sono molteplici e diverse. E’ ora che le Istituzioni ne prendano atto e che si lavori davvero per TUTTI, ‘esaltando ciò che unisce piuttosto che ciò che divide’, facendo della molteplicità una ricchezza, dando a tutte le famiglie uguale cittadinanza”, conclude Sonia.