L’Aquila. Momenti di apprensione anche in Abruzzo a seguito delle due scosse di terremoto registrate nelle Marche poco dopo le 7. Da Ancona a Fano e Urbino: sono molte le città in cui le case hanno tremato durante le scosse durante diversi secondi.
Per qualche istante la paura è tornata all’Aquila, città colpita dal sisma del 6 aprile 2009 e ancora in ricostruzione. Numerose le segnalazioni attraverso i social network a seguito della scossa delle 7 e 07 avvertita distintamente in varie parti del capoluogo.
Segnalazioni sono arrivate anche dalle altre province, a partire da quella di Teramo, la più vicina rispetto alle Marche, già interessata in maniera significativa dalle forti scosse registrate nel centro Italia nel 2016 e nel 2017; anche a Pescara la scossa sismica è stata avvertita dalla popolazione. La sospensione precauzionale del traffico
ferroviario lungo la linea Adriatica per consentire i sopralluoghi su ponti e nelle gallerie ha avuto alcune ripercussioni sul traffico regionale.
“Stiamo nella placca adriatica, in quella struttura geologica compatta, rigida, che va dal Mare Adriatico, a partire dalla Puglia, fino sotto la pianura Padana, sotto l’Appennino e arriva fino sotto le Alpi orientali, e sappiamo che trasmette molto bene l’energia elastica. Quindi quando c’è un terremoto lì, la propagazione dell’onda è molto efficace e si avverte a distanza molto grande”. Così l’esperto dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Alessandro Amato, in merito al sisma di questa mattina davanti alle coste marchigiane di magnitudo 5.7.
“Anche io l’ho sentita a Roma, e si è sentita fino a Firenze”, ma, rileva, i piccoli danni che si sono avuti localmente “sono dovuti allo scuotimento nei primi 20-30 km intorno all’epicentro. Se fosse stato più sotto la costa sarebbe stato localmente più forte”. Il sisma, spiega ancora Amato, “è generato da una faglia di compressione, un po’ l’opposto di quello che avviene in Appennino dove le faglie sono di estensione. Qui invece è di avvicinamento della parte adriatica verso l’Italia, un accorciamento frontale”.
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