Teramo. “Nella tarda mattinata di oggi al carcere di Castrogno si è consumata l’ennesima aggressione nei confronti di un Assistente di Polizia Penitenziaria in servizio nel reparto detenuti Protetti e sex offender“, scrive il comunicato dei sindacati Sappe, Uspp e Cgil. “Un ristretto di origini calabresi legato alla Ndrangheta e, da qualche settimana spostato dalla sezione alta sicurezza alla sezione protetta poiché inviso agli altri detenuti per comportamenti scorretti e incivili, dopo aver protestato per una telefonata non concessa poiché non autorizzata, ha afferrato per il collo il collega e lo ha strattonato creando situazione di panico all’ interno del Reparto”.
“Solo grazie alla professionalità del Poliziotto”, prosegue il comunicato, “e al tempestivo intervento dell’ Ispettore di Sorveglianza e dei colleghi ubicati in altri Reparti si è riuscito ad evitare il peggio. Come già più volte denunciato, da tempo ormai la Polizia Penitenziaria è vittima sacrificale di un’ amministrazione (DAP)allo sbando e senza una guida autorevole. Ogni giorno in tutti i Penitenziari della Penisola ci sono decine e decine di aggressioni e i nostri vertici rimangono inermi. Le segreterie provinciali più rappresentative del corpo Pallini (Sappe), Scardicchio (Uspp) e Cerquitelli (Cigl) sono vicine al collega coinvolto augurandoli una pronta guarigione”.
A tal proposito, anche il Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria di Teramo (Sinappe) dice la sua: “Ci risiamo. La storia si ripete. A solo un mese di distanza dall’ ultima aggressione avvenuta ai danni di un poliziotto penitenziario di stanza presso la casa circondariale di Teramo, nella mattinata odierna, un detenuto, da poco ristretto al Castrogno, ha aggredito un Poliziotto Penitenziario per futili motivi. In particolare, il suddetto pretendeva in modo animoso che gli fosse ulteriormente consentita la possibilità di telefonare oltre i limiti consentiti, afferrando l’agente per il collo e strattonandolo per la divisa, tentando addirittura di strappargliela e offendere l’intera Istituzione e costringendolo a ricorrere alle cure nel nosocomio cittadino. Fortunatamente, il tempestivo intervento di un altro agente che accorreva frapponendosi tra il detenuto e il malcapitato poliziotto si riusciva ad evitare il peggio”.
“Notizie di questo genere”, prosegue Sinappe, “che dovrebbero apparire aberranti, sembrano ormai la normalità a cause dell’ingente numero di aggressioni che si moltiplicano nel nostro Paese, soprattutto negli ultimi anni. Aggressioni che spesso restano impunite con l’inevitabile ed errata diffusione tra la popolazione detentiva della convinzione che l’uso della forza non aggravi la loro posizione. Possiamo dire che la pena ha perduto da tempo una delle sue funzioni fondamentali non fungendo più da deterrente. Così come il carcere, dato il tasso di recidiva che si registra nel Bel Paese”.
“Ormai non abbiamo più parole per descrivere questi eventi, sempre più frequenti. Speriamo ci dotino presto
di strumenti adeguati per fronteggiare queste aggressioni improvvise e di piani di pronto intervento. Ormai, intervenire significa quasi sempre dover subire processi anche quando si agisce legittimati dalla legge (art. 41 Ordinamento Penitenziario). Nel frattempo, si resta in attesa degli interventi strutturali promessi da questo nuovo Governo. Profonda solidarietà al collega coinvolto”, conclude Sinappe Teramo.