L’Aquila. In Italia la percentuale dei casi positivi ai test molecolari per Covid-19 è in una iniziale fase di stasi; cresce di nuovo l’occupazione dei reparti di terapia intensiva, mentre frena la discesa dell’occupazione dei reparti ordinari. Lo indica l’analisi dei dati nazionali con gli ultimi resi disponibili (che vanno dal 30 ottobre al 3 novembre), condotta dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “L’analisi delle differenze settimanali della percentuale dei positivi ai test molecolari mostra che a livello nazionale siamo in una iniziale fase di stasi, con un valore medio attuale pari a circa il 10%”, spiega Sebastiani.
Lo stesso tipo di analisi mostra che “l’occupazione a livello nazionale dei reparti di terapia intensiva è in fase di crescita a partire dal 31 ottobre, con un valore medio attuale pari a circa il 2,5%. Questo basso valore – precisa il matematico – si alza al 10% per l’Umbria, che è in fase di crescita da circa 15 giorni, con un tasso di aumento pari a circa 0,6% al giorno”. A livello nazionale si registra una frenata della discesa dell’occupazione dei reparti ordinari a partire dal 2 novembre, con un livello medio attuale pari a circa il 10%. “I valori più alti a livello regionale sono in Umbria (34%) e Valle d’Aosta (21%), che però fortunatamente sono in fase di decrescita”, sottolinea l’esperto del Cnr. “Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna hanno valori medi attuali più bassi, pari rispettivamente a circa il 17% e il 13%, ma sono in fase di crescita, entrambe con un tasso di aumento pari a circa 0,1% al giorno”. Per quanto riguarda l’occupazione dei reparti, “osserviamo che le percentuali sono calcolate a partire dai dati del numero di posti disponibili nei reparti delle diverse Regioni e province autonome, resi pubblici giornalmente da Agenas, che però – osserva Sebastiani – non sono stati aggiornati dopo il 29 ottobre”.