L’Aquila. La vicenda dei trasformisti che tentano di salire sul camion del candidato Pd alla presidenza della regione Luciano D’Alfonso sta animando da giorni il dibattito politico, ma in queste ore il clima si è fatto davvero incandescente. Alla ribalta delle cronache di tutti i quotidiani regionali e di parte della stampa nazionale ci sono Angelo Di Paolo, fino a ieri assessore ai lavori pubblici dell’attuale giunta guidata da Gianni Chiodi, dimessosi poche ore fa certo di poter salire sul camioncino dell’ex sindaco di Pescara che da mesi gira la regione anche per raccogliere candidati. Non meno chiacchierata è la candidatura di Daniela Stati, eletta con Chiodi e passata poi nel mezzo del cammin … a consolare Gianfranco Fini dopo l’addio al Pdl. Su questi nomi D’alfonso minimizza dicendo: “ogni candidato sarà sottoposto al giudizio degli elettori. Saranno loro a scegliere”. Attacchi ai due arrivano da destra e da sinistra. Ieri era intervenuto lo stesso governatore sulla questione invitando Di Paolo a fare chiarezza sulle sue posizioni di cui tutti sapevano ma che non trovavano l’ufficialità nei fatti. A sinistra a non fidarsi dei trasformisti c’è la senatrice Stefania Pezzopane che già da tempo aveva lanciato l’allarme. Poi l’attacco diretto, senza mezzi termini di Antonio Morgante, candidato con Forza Italia a sostegno della rielezione del governatore uscente, il quale parla di un comportamento nauseabondo e aggiunge: “cinque anni fa, durante un comizio per le elezioni regionali a Balsorano, ebbi il modo di sottolineare il ribrezzo che provavo al cospetto di determinate azioni di certi personaggi. Allora Di Paolo, dal centrosinistra veleggiava verso il centrodestra. Oggi il lupo non ha evidentemente perso il vizio, ma il giudizio della gente deve essere severo e punitivo, altrimenti tali squallidi comportamenti non verranno mai cancellati dal panorama politico”. C’è voluto un pò di tempo ma alla fine Angelo Di Paolo, ha rassegnato le sue dimissioni, non certo per dire addio alla politica ma per tentare di non mollare la poltrona. E’ il settimanale L’Espresso a dare l’affondo ripercorrere le tappe dei cambi di casacca dell’assessore regionale. “Nel 2005 corse con l’Udeur di Clemente Mastella (che allora appoggiava il centrosinistra) e lo fece diventare il primo partito della Marsica col 15% dei voti. Due anni dopo, in rotta col Campanile, entrò nella Democrazia cristiana di Giuseppe Pizza. Nel 2008, due settimane dopo l’arresto del governatore Ottaviano Del Turco, passò col centrodestra e pochi mesi dopo alle elezioni anticipate fu il più votato della civica “Rialzati Abruzzo”. E sull’altro pezzo da novanta pronto ad agganciare il camion del centrosinistra, Daniela Stati, sempre dalle pagine de L’Espresso si legge: “in approdo verso il centrosinistra dopo essere stata eletta cinque anni fa con Forza Italia, confluita nel Pdl e infine approdata (momentaneamente) in Futuro e libertà. Il suo nome salì agli onori della cronaca nel 2010 quando fu indagata in un’inchiesta sulle pressioni che sarebbero state esercitate per inserire nella ricostruzione post-sisma la Abruzzo Engineering, una partecipata di Finmeccanica e della Regione. Una vicenda che portò peraltro all’arresto di suo padre Ezio, uomo forte della Dc abruzzese”. E poi ancora continua il settimanale: “Adesso l’accusa di corruzione è caduta per entrambi (il gup ha rispedito gli atti in Procura perché venga riformulato il capo di imputazione). Da allora l’ex assessore cerca di far valere il suo peso elettorale. Ora la Stati può mettere sul piatto le 8.787 preferenze che nel 2008 ne fecero la più votata di tutto il Popolo della libertà in cambio di un posto da consigliere o magari un nuovo assessorato” per un cambiamento di passo, di+ idee, di risorse, di volti in una regione facile e veloce targata Pd. Gianluca Rubeo