Ucraina. L’annuncio arriva da un tweet di Nachman Shai, ministro israeliano per la Diaspora “Questa mattina è stato riferito che l’Iran sta trasferendo missili balistici alla Russia. Non c’è più alcun dubbio sulla posizione di Israele in questo sanguinoso conflitto. È giunto il momento che l’Ucraina riceva riceva aiuti militari, come accade già da parte degli Stati Uniti e dei paesi della NATO”.
La decisione all’indomani delle prove dell’uso massiccio di droni kamikaze iraniani su Kyev (Shahed e il Mohajer-6), che il Cremlino non fa nemmeno segreto di usare. Con la fornitura da parte iraniana la Russia cerca di compensare le enormi perdite di equipaggiamento militare dopo l’invasione dell’Ucraina, che da febbraio oggi è stata un’emorragia senza fine di munizioni, soprattutto quelle a guida di precisione, diminuite drasticamente rispetto ai primi mesi del conflitto. Ma la decisione di Israele di sostenere l’Ucraina viene da un’altra informativa dell’intelligence, che vedrebbe proprio l’Iran in prima linea per la fornitura anche di missili terra-superficie a lungo raggio di fabbricazione iraniana, destinati al fronte contro l’Ucraina. Come riportato anche dal Washington Post una valutazione dell’intelligence condivisa nei giorni scorsi con funzionari ucraini e statunitensi sostiene che l’industria degli armamenti iraniana sta preparando un primo carico di missili Fateh-110 e Zolfaghar, due noti missili balistici iraniani a corto raggio in grado di colpire bersagli a distanze di 300 e 700 chilometri, che segnerebbe di fatto la prima consegna di tali missili alla Russia dall’inizio della guerra.
L’Iran smentisce il coinvolgimento nel conflitto e la fornitura di armi, ma secondo i rilievi sul campo i droni abbattuti, la maggior parte rispetto a quelli lanciati sugli obiettivi civili, risulterebbero proprio di fabbricazione iraniana e solo ridipinti con scritte russe. Questa crescente dipendenza di armi della Russia da paesi esteri, in primis Corea del Nord e Iran, confermerebbe la nota presentata dal vicedirettore dell’intelligence nazionale Morgan Muir, secondo cui la Russia ha perso più di 6.000 pezzi di equipaggiamento dall’inizio della guerra e sta “spendendo munizioni a un ritmo insostenibile” per loro. Bloccata dalle sanzioni per ottenere l’elettronica occidentale, la Russia “si rivolge a paesi come l’Iran e la Corea del Nord per forniture e attrezzature”, inclusi droni, munizioni di artiglieria e razzi, ha detto Muir, rivolgendosi a un gruppo di alti funzionari finanziari internazionali presso il Dipartimento del Tesoro.