L’Aquila. Rallenta l’aumento dei ricoveri a livello nazionale, con una crescita frenata sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive, mentre i decessi sono ancora in una fase di crescita accelerata. Lo indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), dalle quale emerge inoltre una situazione non omogenea nella distribuzione geografica dei ricoveri, concentrati attualmente soprattutto nelle regioni settentrionali.
“L’analisi delle differenze settimanali della sequenza dell’occupazione dei reparti ordinari a livello nazionale rivela che continua la fase di crescita frenata, con un valore attuale pari a circa il 10%. situazione qualitativamente identica per i reparti di terapia intensiva, ma con un livello attuale basso, pari a circa il 2.5%”, osserva il matematico. “La sequenza dei decessi che, come è ormai noto, e’ destinata a seguire con ritardo le prime due, è in fase di crescita accelerata, con un valore medio attuale pari a circa 65 unità al giorno, a fronte del valore medio minimo raggiunto circa due settimane fa, pari a circa 40 unità al giorno”, aggiunge.
“La distribuzione spaziale dell’occupazione dei reparti ordinari non risulta omogenea nel Paese, con un valore medio che passa dal 19% nelle regioni del nord, al 14% circa in quelle del centro, per arrivare all’8% al sud e nelle isole. Molto verosimilmente – osserva Sebastiani – questo è dovuto al fattore climatico. Alla luce del fatto che, fino alla primavera prossima, le temperature scenderanno ovunque, è opportuno a livello individuale tenere dovunque nel Paese un atteggiamento di prudenza con l’uso della mascherina Ffp2 e la vaccinazione con i nuovi vaccini efficaci anche contro la variante Omicron e sottovarianti”.
Fra le disomogeneità nell’occupazione dei reparti ordinari, si rileva che, dopo la recente frenata della crescita, “in Abruzzo la curva sale ora in modo lineare, con un livello di occupazione attuale pari a circa il 12%, e nelle Marche “c’è stato un sensibile e repentino aumento, con un livello di circa il 12%”. Nella provincia autonoma di Bolzano, la recente frenata sembra invece aver portato all’inizio di una fase di stasi, con un livello di circa il 24%”. E’ lineare la crescita in Valle d’Aosta (55%), provincia autonoma di Trento (18%), Lombardia (11%) e Veneto (12%); crescita lineare con oscillazioni in Calabria (17%) e Basilicata (10%). Negli ultimi giorni sembrano entrate in fase di stasi Emilia Romagna (10%), Friuli Venezia Giulia (18%), Umbria (26%) e Sardegna (5%), mentre continua la fase di crescita frenata nel Lazio (8%). Si notano segni iniziali di frenata della crescita in Liguria (13%), Piemonte (11%), Toscana (9%) e Sicilia (7%). Sono in fase di stasi Molise (5%), Puglia (5%) e Campania (7%).