L’Aquila. “Minore di tre” è la storia di tutti noi, è la storia di un’adolescenza che si trova a dover entrare nel disorientante oceano delle scelte e delle responsabilità dell’età adulta, è una storia di amicizia e d’amore. L’autore è Andrea Piersanti, giovanissimo studente aquilano al primo anno di università, da sempre appassionato di cinema e di teatro, alla sua prima esperienza letteraria. La trama si snoda tra i ricordi e le vite di due protagonisti, Alessandro e Gemma, cinque anni di liceo trascorsi insieme. Alessandro Cardi è un ragazzo pensieroso, riservato, con un grande sogno: diventare uno scrittore. Da tempo però, dopo la maturità, non ha più la forza di scrivere: “Succedeva tutto per caso. Era una semplice vittima degli eventi”. Gemma invece è determinata e disinvolta; sa trovare una parola adatta per ogni situazione, anche le più disperate. Nel corso del romanzo i due ripercorreranno il loro passato, torneranno alla luce racconti dimenticati, che inaspettatamente daranno loro nuove consapevolezze; tutto questo grazie ad un libro, di cui il giovane aveva scordato l’esistenza, e all’incontro con un enigmatico professore del liceo. E’ appunto il passato il motivo ricorrente, un passato che se da un lato dà certezze, dall’altro sfugge e rischia di scomparire. La casa di Alessandro è divenuta una sorta di “santuario” dei tempi andati: dai rintocchi delle lancette di un orologio alle luci del pupazzo di neve del suo vicino, che puntualmente ogni Natale illuminavano la sua stanza, tutto richiama a storie che ormai sembrano ricordi lontani. Alessandro è in lotta con il suo diventare adulto, non vuole essere come quelle persone sull’autobus “con la borsa in pelle scura” che da tempo hanno smesso di guardare fuori dal finestrino. Loro non sanno godersi il viaggio, come fanno i bambini, e non vogliono che scendere. Come non dimenticare allora chi siamo stati per decidere chi saremo? “Abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci racconti delle storie… in questo modo non si dimentica nulla”, dice Daniela a suo figlio. “Il passato può essere un vantaggio; con la consapevolezza di ciò che è stato si sceglie ciò che verrà”, Andrea ne è convinto. Ma solo verso i capitoli finali il personaggio nato dalla sua penna comprenderà tutto questo, trovando in Gemma la forza per un passo successivo nella sua vita, che nel libro porterà ad un finale inaspettato, lasciato volutamente all’immaginazione del lettore. “Minore di tre” è questo e molto altro. “Io non potrei mai scrivere su qualche cosa che non ho vissuto, perderebbe di naturalezza”, mi confida Andrea. Alto, voce profonda, sorriso bonario, sta finalmente raccogliendo i primi frutti di un progetto da tempo in cantiere. Un romanzo la cui stesura è andata di pari passo con la crescita individuale di chi lo ha scritto, che mescolando elementi di vita vissuta al gusto della narrazione, ha voluto creare una storia in cui ciascuno di noi possa, almeno in parte, riconoscersi. @DiegoRenzi