Il Premio Nobel per la Letteratura 2002 va ad Annie Ernaux. La scrittrice era tra i papabili, ma favoriti erano Houellebecq e Rushdie. Annie Ernaux, la scrittrice che ha fatto dell’autobiografia un messaggio universale e del rapporto tra memoria e scrittura il fondamento delle sue opere, è la prima donna francese a vincere il Premio Nobel per la Letteratura.
È un “grande onore” e una “responsabilità” ha detto alla tv svedese poco dopo l’annuncio. Diciasettesima donna su 118 premiati dall’Accademia di Svezia, la Ernaux ha raccontato la scoperta del sesso, l’amore, l’aborto clandestino, la vergogna, le disuguaglianze tra uomini e donne, i disturbi alimentari, la bulimia in romanzi culto come Gli anni, con cui ha vinto il Premio Strega Europeo nel 2016, in Memoria di ragazza, La donna gelata e L’evento con una ragazza di 23 anni che nel 1963 scopre di essere incinta e non può abortire se non clandestinamente, diventato un film di Audrey Diwan, che ha vinto il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2021.
Gran festa alla casa editrice indipendente “L’Orma”, suo editore italiano, che quest’anno compie 10 anni e ha pubblicato sei libri della scrittrice francese: il settimo, Il ragazzo, in cui racconta il rapporto con un diplomatico russo, è in uscita il 9 novembre. “Forse il vero scopo della mia vita è soltanto questo: che il mio corpo, le mie sensazioni e i miei pensieri diventino scrittura, qualcosa di intelligibile e di generale, la mia esistenza completamente dissolta nella testa e nella vita degli altri” aveva detto dichiarato nel 2019, in occasione della pubblicazione in Italia de L’evento.
Vincitrice del Premio Mondello 2022 e del Premio Gregor von Rezzori 2019 con Una donna, la Ernaux ha anche realizzato con il figlio David il suo primo docu-film Les Annes Super 8, tratto da filmini di famiglia, con la sua voce fuoricampo, presentato alla “Quinzaine des Realisateurs” al Festival del Cinema di Cannes 2022. Per la prima italiana del film, la scrittrice è attesa il 22 ottobre alla Festa del Cinema di Roma. Il 24 e 25 ottobre, sarà poi a Bologna per “Archivio Aperto”.
Ottantadue anni da poco compiuti, premiata “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”, la Ernaux è nata l’1° settembre 1940 a Lillebonne, vicino a Rouen, nella Senna Marittima ed è cresciuta nella piccola città di Yvetot in Normandia, dove i suoi genitori gestivano un caffè-drogheria. Una realtà che ha raccontato in La donna gelata.
Professoressa di lettere moderne, negli anni Settanta militante nel movimento femminista, la scrittrice francese ha esordito nel 1974 con il romanzo Les armoires vides (Gli armadi vuoti) ma è stato il suo quarto libro del 1983, La place (Il posto), con cui ha vinto il Premio Renaudot, a segnare la svolta letteraria. In poche centinaia di pagine ha offerto un ritratto spassionato di suo padre e dell’intero ambiente sociale che lo aveva formato. Delicata, con una classe innata, la Ernaux usa il linguaggio come “un coltello”, come afferma lei stessa, per squarciare i veli dell’immaginazione. “Se non le scrivo”, ha detto, “le cose non arrivano al loro compimento, sono state solamente vissute”. Soltanto trasporli sulla pagina fa accadere appieno gli avvenimenti.