Di certo rivelazioni non inedite, ma sempre di notevole impatto, quelle di Angelo Izzo – autore, nel 1975, con Andrea Ghira e Gianni Guido, del massacro del Circeo – recepite e valutate nella relazione stilata dalla Commissione parlamentare sui fenomeni criminali, presieduta da Nicola Morra, di cui riferisce La Nazione.
Il 6 ottobre 2021, la commissione ha ascoltato Izzo presso il carcere di Velletri: questi ha ribadito quanto in precedenza affermato dinanzi al procuratore di Roma Prestipino ed a quello di Belluno Pavone (inchieste conclusesi con un’archiviazione), circa un presunto coinvolgimento di Francesco Narducci – medico di Perugia morto nel 1985 in circostanze da molti ritenute non chiare e secondo voci di popolo autore dei delitti del Mostro di Firenze – nel rapimento della diciassettenne Rossella Corazzin, scomparsa da Tai di Cadore il 21 agosto 1975.
Secondo le rivelazioni di Izzo, dopo essere stata rapita, la Corazzin sarebbe stata condotta nella villa di Narducci sul lago Trasimeno. A detta della commissione, Izzo avrebbe rivelato una effettiva conoscenza dei luoghi descritti: una strada di accesso bianca, la collocazione delle stanze della villa, la presenza di una terrazza coperta che affacciava sul lago, dove avrebbe avuto luogo una “cerimonia” conclusasi con l’omicidio della Corazzin. Izzo riferisce inoltre di aver conosciuto Narducci nella chiesa templare di San Bevignate, a Perugia, e di averlo in seguito incontrato in provincia di Arezzo, a delle riunioni monarchiche che si tenevano negli anni Settanta.
Il medico sarebbe anche stato affiliato al gruppo della “Rosa Rossa”, consesso esoterico più di una volta associato, da alcuni, al Mostro di Firenze, nonché a quello “satanico-nazista” dei “Nove Angoli”, dedito ai sacrifici umani. Proprio nell’ambito di tale contesto “satanico” sarebbe maturato, il 14 settembre 1974, l’omicidio di Stefania Pettini e Pasquale Genticore, a detta di molti, l’effettivo esordio del Mostro di Firenze (dopo il delitto Locci-Lo Bianco del 1968, che la commissione tenderebbe a escludere da quelli ascrivibili al serial killer). A detta di Izzo, secondo quanto riportato dalla Nazione, Narducci gli avrebbe persino descritto gli aspetti “esoterici” dell’uccisione delle due giovani vittime del ’74.
Allo scopo di valutare l’eventuale fondatezza di tale scenario, i commissari hanno anche ascoltato l’ultranovantenne Giampiero Vigilanti, attualmente ospite nella rsa di Prato. Questi – ex militare della legione straniera, a sua volta oggetto di un’indagine, poi archiviata, tesa a verificare il suo coinvolgimento nei delitti – avrebbe ribadito, insieme ad altre affermazioni che sembrerebbero destinate a rimanere prive di riscontro, quanto già in precedenza dichiarato: che la notte del 22 ottobre 1981, in cui il Mostro ha ucciso Susanna Cambi e Stefano Baldi, lui e Narducci si sarebbero trovati in auto non lontano dalla zona del delitto.
La relazione della commissione non manca, poi, di tentare di dare una spiegazione al misterioso ritrovamento del cadavere di Francesco Narducci, su un pontile del lago Trasimeno, il 13 ottobre 1985. Fu ripescato un corpo gonfio, dalla pelle scura, a quanto sostenuto da taluni, non compatibile con la corporatura del medico di Perugia. L’ipotesi valutata, che attinge anch’essa a spunti non propriamente inediti, è che quel giorno, con la propria barca, Narducci abbia attraversato il lago intenzionato a sottrarsi all’incalzare delle indagini sul Mostro: avrebbe dovuto essere prelevato da un’altra imbarcazione e rendersi definitivamente irreperibile. “Il piano di fuga tuttavia fallisce”, ipotizza la commissione, anche se “non è agevole capire di preciso quando né perché”. Scenario: “Il medico viene raggiunto da più emissari del suo gruppo e da questi ucciso. La famiglia viene costretta a subire il delitto sotto ricatto”. Attraverso pressioni “massoniche”, si sarebbe quindi evitata l’autopsia del cadavere recuperato che, se effettuata, avrebbe rischiato di svelare il complotto. Oppure, altro scenario prospettato: la fuga di Narducci potrebbe essere effettivamente riuscita e il medico ucciso in seguito.
La relazione, riferiscono gli organi di stampa, è stata trasmessa anche in procura. Non è ancora dato sapere quanto tali scenari possano risultare effettivamente fondati, né attualmente sembrerebbe sussistere un conclusivo riscontro alle “rivelazioni” che li hanno suggeriti. In ogni caso, delle voci associavano Narducci ai delitti del Mostro fin dall’epoca in cui il medico era in vita. Voci di cui ovviamente gli investigatori di allora non hanno mancato di verificare l’effettiva consistenza. Una fonte riporta in tal senso che, dai dati acquisiti, era stato possibile accertare che l’uomo si trovasse all’estero, per impegni professionali, in coincidenza con almeno uno dei duplici omicidi del Mostro di Firenze.