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Meteo: aria fredda mitiga rischio nubifragi ma con mare caldo cresce la possibilità di cicloni

Luisiana Di Federico di Luisiana Di Federico
18 Settembre 2022
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Pescara. L’aria fredda che ha cominciato a soffiare da Nord sull’Italia sta allontanando le masse d’aria più calde e umide, mitigando così il rischio di altri nubifragi, come quello che ha colpito le Marche. Rimane però il calore accumulato nelle acque superficiali del Mar Mediterraneo, rischiando di alimentare i ‘medicane’, ossia i cicloni tipici del Mediterraneo. E’ l’analisi di Dino Zardi, professore di Fisica dell’atmosfera all’Università di Trento e presidente dell’Associazione italiana di scienze dell’atmosfera e meteorologia (AISAM).

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“La situazione atmosferica è estremamente variabile e mobile. L’aria fredda sopraggiunta dalle alte latitudini”, ha detto l’esperto, “ha scalzato le masse d’aria riscaldate durante le ultime settimane, con gli effetti che abbiamo visto. Queste irruzioni di aria più fredda in regioni in cui ha stazionato a lungo aria che si è riscaldata, spesso dà luogo a fenomeni temporaleschi, anche intensi”. Ma a questo punto è il mare “l’osservato speciale”. Se lungo la penisola si dovrebbe andare incontro a una situazione più stabile, in linea con la situazione meteorologica tipica di questo periodo, sul mare le cose stanno diversamente. Le temperature anomale dell’estate scorsa hanno riscaldato l’acqua e, poiché l’acqua ha una capacità termica molto maggiore dell’aria, il calore accumulato è parecchio. Le acque superficiali di un mare interno come il Medierraneo sono più “stanziali” rispetto alle masse d’aria atmosferiche, non è facile smaltire questo calore .

“In questo momento nel Mediterraneo l’acqua è molto più calda della media”, ha osservato Zardi, e questo accade proprio nel periodo in cui comincia il periodo dei medicane. Questi si generano quando l’arrivo di una perturbazione innesca una prima depressione, e il vortice ciclonico che si crea solleva l’aria calda e più umida, e quindi più leggera, accentuando e alimentando la depressione e l’intensità del vortice associato. “È molto difficile prevederli: si vedono con un anticipo di 2-3 giorni”. Questo, osserva l’esperto, “è il periodo in cui i cicloni del Mediterraneo tendono a formarsi più facilmente. È durante la transizione dall’estate all’inverno, infatti, che arrivano le prime perturbazioni atlantiche, che producono piccole depressioni che contribuiscono ad innescare i medicane”.

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