Mosca. In questi giorni rispunta un vecchio articolo del Time risalente al 2014, in cui Putin dichiarò di essere in grado di prendere Kyev in sole due settimane.
Era il 2014, l’anno del Maidan, la rivoluzione ucraina, in cui i violenti scontri tra i manifestanti e le forze di sicurezza sfociarono con la fuga del presidente Viktor Janukovyč e la caduta del governo di Mykola Azarov. Dopo poche settimane Vladimir Putin invase la Crimea e nella comunità internazionale crebbe la paura che il presidente russo potesse non accontentarsi solo della penisola di Crimea, bensì volere anche il resto dell’Ucraina.
In vista del vertice NATO in Galles e delle crescenti tensioni internazionali, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso telefonò a Putin e gli chiese se avesse intenzione di far entrare le truppe russe nell’Ucraina orientale, ma Putin rispose che nonostante avrebbe potuto prendere Kyev in due settimane, in quel momento non era sua intenzione occupare l’intera Ucraina. Il racconto di quella telefonata fece il giro del mondo e non venne mai smentita dal Cremlino, anzi Yuri Ushakov, portavoce del Cremlino, criticò Barroso per aver reso pubblico il contenuto di quella che secondo l’assistente doveva essere trattata come una conversazione privata.