L’Aquila. “Penso che sui diritti delle donne non si possa arretrare di un millimetro e anche su questo credo sia importante che ciascuna forza politica dica come la pensa fino in fondo. Se c’è chi la pensa come Trump credo che è giusto che gli italiani lo sappiano”. Così a RTL 102.5 il ministro della Salute Roberto Speranza. La legge 194 sull’aborto, ha detto, “è una legge positiva che dobbiamo difendere e se qualcuno ha in testa di mettervi mano è bene dirlo con chiarezza perché gli italiani devono scegliere e sapere a cosa si va incontro. Se lo scenario è all’americana, in cui si cancellano questi diritti, è bene dirlo con chiarezza”.
“Noi abbiamo una norma nazionale che ha introdotto il diritto di interruzione di gravidanza che io credo vada difesa in maniera molto forte e netta. La mia opinione personale – ha detto Speranza – è che la sentenza arrivata dagli USA, un po’ l’eredità di Trump e della destra americana, abbia cancellato con un tratto di penna cinquant’anni di diritti e di conquiste sul lato delle donne. Credo che questo sia un punto su cui riflettere. Noi dobbiamo creare condizioni per cui la norma vigente sia pienamente applicata, questo è il punto”.
Le regioni, ha aggiunto, “devono seguire le indicazioni di questa norma dello Stato, una norma su cui c’è stata un’espressione di natura referendaria nel nostro Paese dall’esito molto chiaro e netto”. Quanto all’obiezione di coscienza da parte dei medici, “dobbiamo creare condizioni in cui in ogni territorio questo diritto che è riconosciuto dalla legge possa essere esercitato. La norma stessa prevede l’obiezione di coscienza, un diritto riconosciuto dalla legge dentro un equilibrio. Al tempo stesso dice che se sul piano individuale questo diritto è riconosciuto alla singola persona, non può avere come conseguenza il non esercizio del diritto da parte del cittadino, quindi qualora una persona fa obiezione di coscienza, il servizio sanitario nazionale deve garantire quel servizio trovando un’altra persona perché quel diritto venga esercitato”.
Riferendosi quindi alla riforma del titolo quinto, “credo che questo dibattito sia molto delicato, la mia opinione – ha spiegato Speranza – è che dobbiamo lavorare per trovare un equilibrio tra poteri di indirizzo, di monitoraggio e controllo nazionali e una gestione che oggi è regionale. Non credo nell’idea degli ospedali gestiti da Roma, però penso che alcuni elementi di sbilanciamento nei confronti del territorio possano essere rivisti ma non è una materia semplice e personalmente la terrei anche fuori dalla campagna elettorale. Alcune proposte che vedo di autonomia differenziata non mi convincono perché rischiano di acuire ancora di più questa distanza e differenziazione tra i territori che non ci deve essere”.

