Ortona. Luigi Dommarco nacque a Ortona il 23 dicembre del 1876 e dopo una lunga vita di successi professionali, morì a Roma il 3 settembre del 1969. Ricordato con profonda stima per le sue attività letterarie che lo incentrarono nel ruolo di poeta, di paroliere e di giornalista, acquisì il supporto di un vasto pubblico portando lustro nella regione Abruzzo.
Dapprima lavorò come artigiano, successivamente diventò un impiegato del Comune di Ortona. La sua lodevole dialettica ortonese diete slancio al suo operato con numerose produzioni poetiche in vernacolo e, nei suoi versi, possiamo ritrovare quella genuinità quotidiana che risuona anche nella musica, dando vita a meravigliosi testi per canzoni che, di elevato folclore abruzzese, dominano tutt’oggi i nostri inni patriottici, come la celebre “Vola vola vola” prodotta nel 1922 e vincitrice del Festival della canzone italiana di Parigi nel 1953, nella cui giuria vi era Maurice Chevalier.
Dedito anche all’attività giornalistica, firmò articoli su diverse testate, come il settimanale italo-americano “La Follia di New York”, fondato e diretto da Riccardo Cordiferro. Nel 1909, sposò la sua maestra elementare Annunciata Spinelli, dalla cui consolidata unione nacquero due figli Alessandro, anch’egli famoso poeta dialettale ed Elvira.
Dopo il pensionamento e la morte della sua amata moglie nel 1959, il poeta si ritirò a vivere a Roma, poiché nella capitale vi era sua figlia Elvira. Egli si spense in loco all’età di novantatre anni e la sua ultima raccolta avvenne nel 1961 con “Urtone di na vote”. Ma il meglio della poesia dialettale di Luigi Dommarco, fu selezionata proprio dal figlio, il quale ne pubblicò una raccolta nel 1984 a Roma – Edizioni Dell’Urbe, con il titolo di “Poesie scelte” e, in tale occasione, insigni letterati e critici come Ernesto Giammarco, Ottaviano Giannangeli, Vittoriano Esposito ed Emerico Giachery se ne presero cura, attenzionando il volume letterario con un’appropriata esaltazione dello stesso.
Pertanto, seppure il valore dell’arte spesso fatica ad accedere sulla sovranità del pubblico, Luigi Dommarco, per meritocrazia, riuscì a conquistare molti cuori e, con quella calorosità unica, ne celebrò la bellezza abruzzese, poiché mediante le sue parole autentiche, possiamo ritrovarne il concetto di amore per l’arte e soprattutto di rispetto per la propria regione.