“Racconto la Sicilia da un punto di vista diverso, e siccome sono siciliano, mi permetto anche si essere eccessivo, sottolineando l’arroganza del corpo maschile nella sua gestualità attraversata dagli atteggiamenti mafiosi”.
Così il coreografo Roberto Zappalà, dell’omonima compagnia di danza che ieri sera ha portato in scena “instrument Jam”, una rilettura della sua Sicilia, al suono pungente e straordinario del marranzano di Puccio Castrogiovanni, lo scacciapensieri, accompagnato da i tamburi di Arnaldo Vacca e l’hang di Salvo Farruggio.
Sul palco di Piazza Duomo i sette danzatori, tutti uomini, si sono esibiti in uno spettacolo di grande suggestione, particolarmente apprezzato da un pubblico rapito dalle capacità artistiche dei ballerini e dalla musica straordinaria.
“Faccio un grosso augurio – ha detto Zappalà – alla direzione artistica del Festival, Loredana Errico e Amali Salzano del Teatro dei 99, per questa seconda edizione e per la prossima. Hanno gettato un seme che sta dando i suoi frutti; spero che la città li raccolga”.