Avezzano. C’è una mamma che abbraccia dolcemente il figlio. Piena di orgoglio e con una gioia incontenibile. C’è un ragazzo felice, perché stringe tra le mani la sua Laurea magistrale in Giurisprudenza. È il 21 luglio del 2022 e sullo sfondo c’è la Facoltà di Giurisprudenza di Teramo. Oggi sembrano davvero lontani i giorni in cui quell’insegnante parlò a una madre di un “figlio limitato”. E oggi è anche il giorno del riscatto e della rottura di ogni tabù.
Difficilmente si riesce a trattenere l’emozione guardando il video pubblicato da Monica Tarola, la madre di Matteo Martellone, 24enne marsicano, sordo profondo oralista, portatore di un impianto cocleare bilaterale.
La sua è una tesi in informatica giuridica. Ed è un atesi che vale doppio.
“Se insisti e resisti, raggiungi e conquisti”, scrive Tarola su Facebook, “mai frase è stata più significativa, mai percorso è più rappresentato da queste parole. Chi conosce la tua storia, figlio mio, lo sa. Oggi è un giorno speciale, il giorno della vittoria, il giorno della rivincita, il giorno della dimostrazione che tutto è possibile, che non esiste limite, anche se oggettivo, che possa ostacolare e bloccare il raggiungimento di un obiettivo, e che obiettivo! Impensabile! Ho avuto ragione a credere in te, a credere nelle tue immense potenzialità, a credere nella tua caparbietà, nella tua cocciutaggine, nella tua intelligenza. Una mamma sa, conosce il proprio figlio, come potrebbe essere diversamente, bisognava solo aiutarti a recuperare. Bellissima parola “recupero”, il recupero è l’arte della conservazione, della valorizzazione, dell’amore per quello che si fa. Ho avuto tanti problemi nel far capire che bisognava guardare la luna, non il dito, bisognava evidenziare le potenzialità e attuare strategie per il raggiungimento di ‘obiettivi normali’ non minimi. Il minimo rappresenta il limite, rappresenta l’incapacità di focalizzare e concentrare tutte le forze verso la ‘luna’, verso il potenziale nascosto. Naturalmente questa è la mia storia, di nessun altro. Non generalizzo, mai! ‘Non ho capito cosa vuoi, mica te lo devo dire io che tuo figlio è limitato? Mi disse un’ insegnante durante un incontro’. Risposi: ‘Sei più limitata tu che nella tua normalità non sei capace di guardare al di là della disabilità di mio figlio’. Non dimentico, impossibile per me. Sono stata considerata incapace di intendere e di volere, incapace di rendermi conto dell’ impossibilità di ciò che volevo. Adesso si è capito cosa volevo? Volevo che i mezzi che lo Stato offre per questi ragazzi, venissero convogliati per sopperire a quelle difficoltà oggettive che si hanno per fare lo stesso programma scolastico della classe, altro che obiettivi minimi! Anche se era difficile, infatti, mio figlio era indietro, indietro, indietro, non era impossibile”.
“Io ci ho creduto”, continua la madre di Matteo, “se non avessi creduto in lui oggi non potrei gioire per una Laurea Magistrale in Giurisprudenza. Discussione identica agli altri, come anche gli esami, con la Commissione addirittura con le mascherine e lui solo con il suo impianto cocleare. Una tesi eccellente ‘Il Phishing : Profili Informatico – Giuridici ” e lui che discute e risponde alle domande senza nessun aiuto”.
“Infine, un sentito grazie va a me stesso per tutti i sacrifici svolti per arrivare a questo traguardo importante, ma anche a chi mi ha deriso e ostacolo, compresi i rappresentanti delle Istituzioni, perché il vostro denigrarmi mi ha dato la possibilità e la capacità di trasformare la rabbia in opportunità di coraggio, prima ai miei genitori e poi a me, e tutto ciò mi ha permesso di raggiungere obiettivi assolutamente eccellenti. Un grazie speciale, soprattutto, al mio orecchio bionico, ai miei impianti cocleari che sono la cosa più preziosa che indosso. A loro che mi permettano di ‘sentire’ la vita , l’armonia dei suoi suoni melodiosi, dandomi la possibilità di ascoltare le lezioni senza supporto di comunicazione, anche attraverso un monitor durante la pandemia.
A loro che hanno ricollegato quel filo che si era staccato e che mi hanno aiutato a riprendere a parlare”, si legge nei ringraziemtni della tesi di Matteo Martellone.
Conclude la madre: “Vai sempre avanti figlio mio e ricordati sempre che: ‘Tu sei intelligente e lo puoi fare'”.