L’Aquila. In questa fase storica, in cui la formazione non è intesa come elemento di liberazione e affermazione sociale delle persone, ma come presidio di pianificazione e costruzione di competenze funzionali al nuovo mercato del lavoro, l’università assume sempre di più il ruolo di un luogo di alimentazione delle disuguaglianze esistenti e sperimentazione di disuguaglianze nuove. Ne sono prova tangibile l’esiguità degli investimenti dello stato sul comparto istruzione rispetto al pil (circa lo 0,4 %, cifra irrisoria sia rispetto agli altri paesi europei sia agli obiettivi di Europa 2020), i continui tagli al FFO a partire dal 2008 a oggi, il blocco delle assunzioni, e in generale l’imposizione di un’idea di istruzione subordinata alla retorica della mancanza delle risorse. Nella legge di Stabilità non c’è alcun accenno a possibili investimenti sul Diritto allo Studio e questo è sintomo di una grave sottovalutazione della sostenibilità del percorso formativo universitario. Ieri il presidente Mattarella si è recato a L’Aquila e ha testimoniato la vicinanza delle istituzioni di tutti i livelli alla cittadinanza, al territorio e all’Università. Nell’accogliere questo importante messaggio, l’associazione universitaria Link-Studenti Indipendenti invita a sviluppare una riflessione sugli elementi centrali legati al mondo universitario. Il problema delle risorse economiche da investire va affrontato in un’ottica che tenga conto delle peculiarità dei diversi atenei in crisi, che ricalcano sistematicamente le difficoltà dei rispettivi territori. In quest’ottica assistiamo ad una sottrazione imbarazzante delle risorse materiali, e la tendenza attuale è la diffusione a macchia d’olio della “Questione Meridionale”. Nel nostro ateneo la sottrazione di fondi va a sommarsi ad una condizione difficoltosa dal punto di vista occupazionale, di pianificazione territoriale, di ripresa economica e di resilienza sociale. Il blocco dei fondi statali a 78 milioni di euro fino al 2017 è un provvedimento che lega le mani al nostro ateneo, il quale versa in condizioni di forti difficoltà logistiche (come nei casi della provvisorietà ad Economia e la chiusura delle aule del Dipartimento di Scienze Umane, dovuta alla carenza di personale tecnico). A questa situazione si affianca il crollo delle iscrizioni e della domanda per le borse di studio oltre che un notevole passo indietro a causa dei nuovi parametri del calcolo ISEE. Registriamo positivamente l’istituzione della figura dello studente universitario abruzzese, ma se questo provvedimento non si interseca ad una effettiva coesione amministrativa e all’acquisizione di un sistema di welfare che favorisca la mobilità studentesca e il diritto allo studio si potrebbero addirittura allargare le problematiche. In generale, l’Univaq ha la colpa di assumere le direttive ministeriali come una condizione ineludibile e non discutibile, accontentandosi della mera funzione di esecuzione di tali direttive. Vogliamo invece esplorare tutte le potenzialità del sapere ed esprimerle senza nessun ostacolo di ordine economico e sociale alla sua realizzazione, denunciando la non condivisione delle misure attuate e che si voglio attuare al fine di rendere l’Ateneo aquilano una distinguibile eccellenza universitaria. In questi giorni il Tar ha bocciato l’introduzione del numero programmato in alcuni corsi di laurea, operata nonostante il dissenso del CdA e il contrasto con la programmazione didattica dei corsi stessi. L’università dovrebbe avere un ruolo propulsivo e propositivo nel contesto che la circonda ristrutturando in modo inedito l’organizzazione del sistema universitario sul territorio, il rapporto che costruisce con esso, il modo in cui genera sapere e lo trasmette. Ma tutto ciò non può essere messo in atto dalla sola università. Deve essere accompagnato da un cambio radicale nelle politiche governative, che dia al sapere il suo ruolo emancipatore togliendo quelle che sono le barriere di carattere economico e culturale all’accesso all’università e restituendo alla ricerca e alla didattica la loro autonomia da una valutazione che si traduce di fatto in una forma di controllo esterno. Per questo, consci che la trasformazione dell’università non può avvenire con gli attuali vincoli normativi, proponiamo una nuova idea di università, che esca da sé stessa e si liberi dal vincolo della produttività, per mettersi al servizio della società.
LINK – Studenti Indipendenti