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Ecco Palazzo Alferi De Torres restaurato, sarà sede dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (foto)

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
6 Giugno 2022
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L’Aquila. La Fondazione Carispaq ha presentato, questa mattina, il restauro di Palazzo Alferi De Torres in Piazza Santa Giusta a L’Aquila.

Palazzo Alferi de Torres, sede della Fondazione fino al 2008, viene restituito al suo antico splendore dopo un’attenta attività di restauro post sisma. E’ collocato in una delle zone di maggior pregio dell’antico tessuto urbano della città dell’Aquila, dove insistono altri gioielli di architettura romanica e barocca come la chiesa “Capoquarto” di Santa Giusta e Palazzo Centi.

Hanno presenziato all’evento il Presidente della Fondazione Carispaq Domenico Taglieri, il Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, la Soprintendente ABAP per L’Aquila e Teramo Cristina Collettini e il Direttore della Direzione Territoriale IV Lazio – Abruzzo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Davide Miggiano.

Nel corso della presentazione dell’intervento di restauro è stato sottoscritto il contratto con il quale la Fondazione, proprietaria dell’immobile, ha concesso in locazione l’intero palazzo a favore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per destinarlo a sede degli uffici dell’Agenzia, di un laboratorio chimico e di un centro per la formazione a supporto dell’attività istituzionale dell’ente.

“Restituiamo oggi un altro gioiello del patrimonio culturale della nostra città – ha dichiarato il Presidente della Fondazione Carispaq Domenico Taglieri –. Si tratta di uno dei palazzi rinascimentali più belli dell’Aquila che un attento e scrupoloso restauro ha riportato agli antichi splendori. Con la concessione dell’immobile in locazione all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’edificio diventa sede di un’importante Amministrazione dello Stato nel cuore del centro storico dell’Aquila. Questa operazione non solo permette di mettere a reddito un cespite importante della Fondazione, ma consente di destinarlo ad un utilizzo produttivo che conferma la vocazione della Città dell’Aquila quale sede di strutture direzionali, di formazione e di ricerca di valenza nazionale”.

Hanno partecipato all’incontro anche il Titolare dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila Salvo Provenzano, i funzionari della Soprintendenza l’ architetto Antonio Di Stefano e lo storico dell’arte Antonio David Fiore che hanno illustrato l’intervento di restauro. Presenti altresì il Presidente del Consorzio Avvocato Francesco De Nardis, i progettisti e direttori dei lavori dell’intero aggregato: Federico Santoro, Nicola Moscardelli, Francesca Properzi, Pietro Antonio Pecilli. I lavori sono stati realizzati dall’impresa Cingoli.

SCHEDA TECNICA DELL’IMMOBILE

La conformazione attuale dell’edificio si data alla fine del cinquecento, quando Fabrizio Alferi volle costruire un palazzo degno dell’importanza della sua famiglia, impostandolo su resti di strutture tre-quattrocentesche. Il palazzo subì modifiche a seguito della ricostruzione post terremoto 1703 e manomissioni per interventi più recenti risalenti al secolo scorso.

Il restauro e il miglioramento sismico appena conclusi ci hanno restituito la spazialità originaria con il monumentale ingresso e i due magnifici cortili interni, ma soprattutto hanno riportato alla luce apparati decorativi inediti.

I limitati episodi decorativi visibili prima del sisma erano parte di un ampio e diffuso apparato ancora in gran parte esistente, sebbene abraso e danneggiato in alcune parti, al di sotto di scialbature recenti. Non solo, questa fase decorativa, risalente alla prima metà del novecento ne nascondeva al di sotto un’altra, ottocentesca, di eguale interesse. L’intervento di restauro ha mirato al recupero di tali tracce della storia del palazzo, sia quelle già visibili, liberate dalle ridipinture posticce e dai danni dovuti al degrado, sia quelle riscoperte sotto le tinte.

A seguito dei lavori di restauro, il palazzo ha quindi riassunto anche negli interni il suo status di testimonianza importante di spazialità e decorazione nobiliare, nonché del gusto locale per la decorazione di rappresentanza. L’ipotesi sugli artisti intervenuti in questi ambienti è quella relativa agli allievi della Scuola di Arti e Mestieri diretta da Teofilo Patini.

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