La Russia ha occupato in cento giorni di guerra quasi il 25% del territorio ucraino, pari a 125mila chilometri quadrati. Il 23 febbraio il territorio occupato era di 43.300 metri quadrati. Kiev è in difficoltà e le armi inviate dall’occidente non sono servite a nulla, se non a rallentare, forse, l’avanzata russa. Una lenta agonia di una nazione democratica, una crisi umanitaria e una strage di innocenti e di “non innocenti”.
Vediamo la strategia della resistenza e delle sanzioni a cosa ha portato.
- A una pace illusoria. Adesso la via della mediazione è chiaramente ancora più difficile. L’avanzata di Putin e una vittoria che pende sempre di più dalla parte della Russia spingerà Putin a presentare, in caso di concordato, condizioni ancora più favorevoli alla Russia.
- A una crisi economica nell’Occidente, soprattutto in Europa e soprattutto in Italia. La reperibilità della materie energetiche è sempre più complessa è c’è stato un cambiamento radicale dei rapporti commerciali tra le nazioni ma, paradossalmente, a favore della Russia.
- A un aumento dei pressi. In occidente, ma particolarmente in Italia, c’è stata una impennata dei prezzi (già cominciata in parte prima della guerra) e questo porterà a un decadimento della qualità della vita in Italia e in Europa.
- A una diminuzione delle esportazioni e a un aumento delle importazioni dalla Russia (sic!). Infatti il valore delle importazioni dei prodotti russi in Italia è più che raddoppiato rispetto all’anno scorso, mentrer l’export dall’Italia verso Mosca è più che dimezzato.