A volte quelli che vengono definiti pazzi si rivelano dei geni. A mio avviso è il caso di Vincenzo Perruggia, l’italiano che ebbe il coraggio di rubare la Gioconda per riportarla in Italia.
La torta arrivata in faccia alla Monna Lisa in queste ore riporta in auge l’antico motto “ridateci la Gioconda”
I francesi a capire che avevano davanti l’opera d’arte più importante di tutti i tempi ci misero decenni.
Basti pensare che una volta Napoleone se ne appropriò per un periodo di tempo e la mise appesa nella camera da letto di Giuseppina.
Ma la storia più rocambolesca risale alla notte tra il 21 e il 22 agosto 1911 quando un ladro si intrufolò nelle sale del Louvre a Parigi e rubò la Gioconda.
Passarono due anni durante i quali sui giornali di tutto il mondo si parlò a lungo della vicenda. Il ritrovamento ci fu solo nel 1913 quando arrivò a Firenze per mano di un italiano e quando grazie al tradimento di un altro italiano tornò in Francia.
Che il ladro fosse un italiano si scopri solo grazie a un tradimento. Il ladro si chiamava Vincenzo Perruggia, ex impiegato del Louvre, convinto che il dipinto appartenesse all’Italia e che bisognasse riportarlo a casa.
L’uomo tenne il quadro per 28 mesi sotto il letto della sua pensione a Parigi e poi fece ritorno in Italia, dove cercò di affidarlo a un antiquario fiorentino, Alfredo Geri, il traditore.
L’antiquario, invece di tenere la Monna Lisa dove ebbe i suoi natali, rendendo al popolo italiano una clamorosa rivincita al primo impero francese che arrivando in Italia fece razzia di centinaia di opere d’arte per allestire al Louvre un grande museo che facesse concorrenza agli Uffizi, tradì Perruggia e lo fece catturare dalle guardie italiane che, nonostante i pessimi rapporti con la Francia (dopo una elemosinata esposizione di ringraziamento di qualche giorno a Roma e a Firenze) la rispedirono ai francesi
Vincenzo Perruggia fu dichiarato mentalmente minorato e condannato a un anno e quindici giorni di carcere.
Io invece gli avrei fatto un monumento! A Perruggia.