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L’associazione “Fare verde” per i balneari: no alla cacciata bagnini a favore del capitale straniero

Luisiana Di Federico di Luisiana Di Federico
22 Maggio 2022
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Pescara. Coste italiane e imprenditori balneari da proteggere a 360 gradi. “Fare Verde“, scrive il comunicato dell’associazione ambientalista, “si schiera al fianco dei gestori degli  stabilimenti balneari che rischiano di veder vanificato il loro lavoro. Infatti, il Governo Draghi vuole mettere a gara dal 2023 le concessioni balneari, una norma  inserita nel DDL Concorrenza”. Il presidente nazionale di Fare Verde, Savino Gambatesa, che si schiera al fianco delle  sentinelle del mare  commenta: “Il mordi e fuggi aumenterà le tariffe balneari. L’offerta di maggiori investimenti  comporterà un appesantimento edilizio e quindi una ulteriore cementificazione della  costa italiana. Tutto il contrario di quello che serve all’Italia, che ha bisogno di aprire  una nuova stagione di pianificazione per la riqualificazione delle coste su direttive  di ecocompatibilità ed ecosostenibilità.” 

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“La tutela dell’ambiente e degli utenti non richiede più concorrenza”, prosegue  Savino Gambatesa, “la mercantilizzazione delle spiagge italiane, tenacemente  perseguita dal Governo Draghi, non aiuta l’ambiente perché apre al grande capitale  lo sfruttamento delle coste, sostituendo la gestione familiare che attualmente  caratterizza la balneazione attrezzata italiana, con capitani d’industria dai forzieri  ricolmi. Quello che il Governo si accinge a fare”, sostiene il presidente nazionale di Fare Verde, “non aiuta l’ambiente o i consumatori bensì solo i grandi capitali. Una preziosissima risorsa regalata a chi offre di più. La conseguenza sarà l’aumento delle  tariffe balneari e la cementificazione delle coste. Tutto il contrario di quello che  serve, e cioè l’avvio di una stagione di pianificazione per la riqualificazione delle  coste su direttive di ecocompatibilità ed ecosostenibilità. Il Governo Draghi pensa, invece, a vendere le spiagge al migliore offerente. Vincerà il grande capitale a discapito dei nostri bagnini che hanno creato un modello vincente di balneazione attrezzata di qualità che il mondo ci invidia. Il Presidente Draghi ha inserito la questione delle spiagge nel DDL concorrenza, nonostante che questa tematica non rientri nel PNRR, per costringere il Parlamento  ad accettare la confisca di aziende e la perdita del lavoro a migliaia di famiglie di  bagnini”, conclude. 

 

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