Roccascalegna. Il castello medievale di Roccascalegna, come fosse un seducente palcoscenico dato dall’elevatezza dell’arte, fiorisce nell’infinito pensare, è un sipario aperto al respiro del tempo, radicato su maestose rocce che, con il loro equilibrio perfetto, sembrano sfidare le leggi della fisica, creando un fascinoso scherzo ottico, incredibile alla nostra percezione visiva. È dunque un “palcoscenico” delle emozioni, dove l’incanto ha la voce prorompente della poesia, delicata e intensa mentre narra le costruzioni dei saggi che, nel beneficio collettivo, hanno il valore di una preziosa scoperta.
La struttura difensiva, fu costruita verso l’undicesimo-dodicesimo secolo, in seguito ad un ampliamento di una torretta di guardia di origini longobarde, ma numerevoli sono stati gli interventi di ristrutturazione che, nel corso del tempo, hanno modificato l’immagine iniziale. Tuttavia, gli interventi maggiori vennero realizzati durante la baronia dei Carafa, tra il 1531 e il 1600. Ma durante la signoria successiva dei Corvi risalente agli anni 1600-1717 ci furono altri provvedimenti come la distruzione del ponte levatoio, la costruzione della garitta dell’ingresso e il muro di protezione della rampa di accesso.
Più in avanti, a seguito di un lungo abbandono, il castello si deteriorò subendo vari crolli, tra cui, nel 1940 ci fu quello della “torre del cuore”, così romanticamente definita per lo stemma riportato sulla porta principale. Nel 1985, gli ultimi proprietari di questa pregevole struttura, i Croce Nanni, decisero di donarla al Comune che ne effettuò negli anni novanta dei restauri, terminando gli operati nel 1996.
Questo luogo, che vi è incastonato su di uno smeraldo riflesso al sole, accompagna i visitatori in una forte esperienza emozionale e, con la complicità dell’abbandono creativo di molti, affiorano anche quelle ispirazioni che vengono spesso riportate sotto forma di disegni o dipinti, come il bozzetto dell’artista Yana che vediamo in foto, dove imprime la visione artistica in una sorta di ricordo indelebile, tracciandone con cura una delle prospettive più apprezzate che, ben accreditate dai fotografi più esigenti, incentra la figurazione delle rocce equilibriste mentre sorreggono l’intera struttura con inverosimile naturalezza dominando le colline che circondano il fiume Sangro.
Se potessimo farne canzone di tale bellezza, certamente toccheremo le note più belle e, proprio sul fare della melodia, percorreremo i passi di quella esistenza che comprende, richiama e ascolta le nostre emozioni trasformandole in un vero percorso sensoriale, di arricchimento cognitivo e di esplorazione sul nostro mondo interiore che poi si proietta all’esterno propagandone il significato più fluido del termine “bellezza” poiché tutto ciò che osserviamo deve prima passare dal cuore e, certamente, il castello di Roccascalegna ce lo ricorda, poiché palpita di storia tessendone la vita su quelle estremità che ci inducono, con determinante coraggio, all’ambita e sognata vetta.