“Bisogna guardare a quello che è scritto nella Bibbia, o in altri libri sacri, cioè che tutti sono uguali e quindi non c’è qualcuno che ha ragione sugli altri”.
È l’opinione di Putin espressa durante il vertice a Mosca con il segretario generale dell’Onu Guterres. Niente stretta di mano e a distanza con il tavolo infinito dopo un’anticamera di ben due ore.
“Tutto il problema collegato a questo avvenimento”, ha detto Putin riferendosi alla guerra, “è il risultato della risposta al colpo di stato del 2014. Da quel momento noi abbiamo cominciato a ricevere richieste da parte della popolazione della crimea e della Ucraina orientale, con gente che chiedeva di poter uscire da quella situazione e diventare popolazione russa.
Nell’est dell’Ucraina ci sono due regioni che non hanno apprezzato quello che è successo nella loro storia passata. Non hanno apprezzato le pressioni militari che gli sono state imposte. E questo è successo nel Donbas. Abbiamo visto come l’Ucraina ha tentato di risolvere questo problema: noi abbiamo provato pacificamente. Invece in questi anni quella gente ha sempre continuato con blocchi. E L’Ucraina affermava che non c’erano questi blocchi e questi combattimenti. Invece non era così.
Quando l’Ucraina ha sostenuto di non voler rispettare il Protocollo di Minsk, allora siamo stati costretti.
Lo abbiamo fatto”, ha aggiunto, “per portare aiuto militare e lo abbiamo fatto seguendo le regole della Nazioni unite.
Siamo ancora aperti a negoziare. Non rifiutiamo i negoziati”.
Certo è che senza Crimea e Donbass, Putin non si fermerà.
E l’Ucraina non cederà.
E allora?
Come se ne esce?