L’Aquila. “Rimango perplesso dalle dichiarazioni espresse dal Sig. Marcello Vivarelli e rilasciate a mezzo stampa in cui dichiara di aver subito una “vergognosa aggressione verbale” da parte del sottoscritto negli uffici della Direzione Generale della Asl dell’Aquila, ma su questo fatto devo semplicemente far presente che tutto ciò non è assolutamente vero, come potranno confermare i numerosi colleghi presenti in attesa di entrare dentro la sede Asl, che hanno assistito ai fatti.
Il dipendente, signor Vivarelli Marcello, nel cercare di svolgere al meglio i propri compiti di portineria, ha iniziato a discutere vivacemente con i rappresentanti sindacali di tutte le sigle che cercavano di spiegargli che i nominativi che dovevano partecipare alla riunione erano diversi da quelli che lui aveva e, invece di chiedere ai suoi superiori, ha continuato a discutere con tutti i presenti e al sottoscritto ha detto che non era questo il modo di difendere i lavoratori precari” così, in una nota, Fabrizio Truono, segretario generale CST UIL Adriatica Gran Sasso.
“Personalmente gli ho chiesto con un tono seccato, vista la situazione creatasi, di ascoltarmi, ma ciò è stato inutile e sicuramente mal interpretato, ma ribadisco che non c’è stata nessuna vergognosa aggressione verbale, ne tantomeno sono state pronunciate frasi offensive nei suoi confronti.
Sinceramente non credevo di poter essere accusato a mezzo stampa di essere sgarbato con chi lavora e chi mi conosce, sa benissimo che non è mia prerogativa né tantomeno della Uil che rappresento di trattare male le persone, figuriamoci a “telecamere spente”.
Personalmente posso anche dire che non ho mai avuto la presunzione di salire, come afferma il signor Vivarelli sul piedistallo, ma essendo stato scelto da un congresso della Uil a rappresentare questa organizzazione e soprattutto i lavoratori e i cittadini, ho sempre cercato di collaborare e dialogare in questi anni con tutti i sindacati, e mi dispiace che il signor Vivarelli che a suo dire rappresenta un piccolo sindacato, non faccia altrettanto e lo devo invitare a documentarsi prima di lanciare accuse, visto che ha fatto pubblicare un articolo a mezzo stampa in cui ha addirittura accusato il segretario generale regionale della UIL Michele Lombardo di averlo aggredito verbalmente e che lo stesso non era presente a L’Aquila” prosegue Truono.
“Sicuramente il signor Vivarelli nello svolgere al meglio le proprie mansioni, non è riuscito a comprendere la situazione che si era creata e si è confuso con i nomi, ma ciò non giustifica i fatti, perché non si possono diffamare a mezzo stampa le persone che non sono presenti e che sono estranee ai fatti e danneggiare la loro immagine pubblica; bastava seguire il regolamento aziendale, non discuteva con nessuno e chiedeva il da farsi ai propri superiori che erano presenti nella sede Asl, in questo modo si evitavano malintesi e continuava a lavorare serenamente, ma soprattutto evitava di procedere a fare segnalazioni in qualità di Segretario Provinciale della FESICA di presunti fatti interni successi dentro la Asl ai giornali, non ricordando di essere in servizio per la Asl in quel momento” conclude Truono.