L’Aquila. E’ ‘prossimità’, ovvero vicinanza ai cittadini, la parola chiave alla base del disegno di riforma dell’assistenza sanitaria territoriale pensato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’ambito dei finanziamenti messi a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Si punta dunque, oltre all’assistenza ospedaliera, ad una sanità più vicina ai cittadini sul territorio. Il ‘cuore’ della nuova rete territoriale diventeranno le Case di comunità. Si tratta di presidi sempre aperti – 24 ore su 24 e per tutta la settimana – dove opereranno delle equipe multiprofessionali che potranno rispondere ai bisogni assistenziali non legati all’emergenza, per la quale il riferimento restano ovviamente le strutture ospedaliere. E’ prevista la presenza di
1.350 Case di comunità. “Proprio queste”, ha avuto modo di chiarire lo stesso ministro, “rappresentano il cuore
della nostra nuova rete territoriale: hanno l’obiettivo strategico della presa in carico della comunità di
riferimento con una equipe con medici, pediatri e infermieri. Si realizzerà una casa di comunità Hub ogni 40-
50mila abitanti”.
Dei 20 miliardi di euro previsti dal Pnrr per la Sanità, 7 sono destinati appunto al territorio: finanziamenti che serviranno anche a potenziare l’assistenza domiciliare. Si farà dunque della casa, ha più volte spiegato Speranza, “il primo luogo di cura, portando entro il 2026 l’assistenza domiciliare al 10% per gli over 65”. La riforma prevede pure un altro tassello: gli ospedali di comunità (per la cui realizzazione è stanziato oltre un miliardo di finanziamenti) a prevalente gestione infermieristica. Ne saranno realizzati 400 entro il primo semestre del 2026. Infine, circa 7,6 miliardi andranno all’innovazione dei presidi sanitari, a partire dall’ammodernamento del parco tecnologico degli ospedali. Il termine ultimo per l’approvazione della riforma dell’assistenza territoriale è fissato al 30 giugno.