L’Aquila. “Con alcuni amici abbiamo voluto istituire la Camera civile dell’Aquila, dedicandola all’avvocato Fulvio Frasca, eccellente civilista del passato, con il proposito di stimolare il dibattito sulle tematiche della giustizia civile, sostanziale e processuale, ed aderendo all’Unione delle Camere Civili d’Italia, che ne comprende oltre 140”.
Ad annunciare la nascita della Camera civile è il suo presidente, Carlo Peretti, ex presidente dell’Ordine degli avvocati dell’Aquila dal 2012 al 2019, che confida di organizzare presto un evento ufficiale per presentare l’associazione.
“Purtroppo la pandemia – spiega Peretti all’ANSA – ha frenato lo slancio iniziale, impedendo la divulgazione dei progetti di approfondimento su temi giuridici di carattere pratico attraverso incontri con la presenza del pubblico.
Di webinar tematici ce ne sono molti, ma, come avviene con la didattica a distanza, gli incontri on line non hanno la stessa efficacia di quelli svolti in presenza, quando il dibattito è vivo, alimentato da un reale confronto basato sull’esigenza di condividere le esperienze professionali”.
“La peculiarità di questa associazione – aggiunge – è la discussione non solo tra avvocati, ma anche tra avvocati e magistrati per capire il complesso mondo della giustizia civile, ora caratterizzato da continue riforme che finiscono per stravolgere modelli già collaudati”.
“Senza un numero realmente adeguato ai tempi correnti di magistrati non può esservi una giurisdizione tempestiva per smaltire l’enormità del contenzioso e dare risposta alla domanda di giustizia”.
Prosegue Peretti, che invoca un aumento dei magistrati per risolvere il problema delle pendenze nelle cause.
“In Italia – spiega ancora – sono troppe le normative primarie, regionali, comunitarie. Questo genera ulteriore contenzioso, congestiona l’apparato della giustizia, a cui si sovrappongono orientamenti giurisprudenziali a volte ondivaghi e confliggenti tra loro. Si possono fare tutte le riforme che si vogliono, ma se il numero dei magistrati non aumenta – sono circa tremila i magistrati togati, di cui molti fuori ruolo – il contenzioso rimane altissimo. E proprio su tale questione di fondo sarà incentrato il dibattito dell’ottavo Congresso Nazionale delle Camere Civili d’Italia, che si svolgerà a Rimini nei primi giorni di maggio”.
“La tesi, poi, per cui in Italia l’enorme carico dell’arretrato è imputabile al numero abnorme degli avvocati (oltre 220 mila) – incalza – è una comoda congettura. È come sostenere in termini numerici che ‘più sono i medici, più sono gli ammalati’. I giovani, a meno che non siano figli di avvocati, iniziano la professione senza capitali, senza clientela, senza welfare, obbligati al versamento dei contributi previdenziali e a provvedere ad altri adempimenti come la stipula di onerose polizze assicurative. La crisi economica, la pandemia e la guerra, poi, non aiutano, anzi acuiscono le difficoltà, tanto che molti giovani professionisti chiedono di cancellarsi dagli Albi, cercando altre occasioni di lavoro”.