L’Aquila. Decine di lastre fotografiche, con inquietanti immagini degli internati, sono state ritrovate nell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio durante una ristrutturazione. Il ritrovamento, che ha dell’incredibile sotto diversi punti di vista, ha scosso principalmente l’ambiente medico; una parte delle lastre riguarda riproduzioni del volto degli internati, ma la parte più singolare è senza dubbio quella dove questi sono stati fotografati in nudo integrale, magrissimi e con indicibili smorfie di dolore dipinte sui volti che le rendono particolarmente simili a quelle viste mille volte nei lager nazisti. Proprio su quest’aspetto si stanno interrogando gli specialisti che stanno provando a interpretare i motivi, ancora oscuri, che hanno spinto i medici dell’epoca a scattare foto del genere.
Le immagini sono molto importanti anche dal punto di vista fotografico visto che sono state immortalate su rarissime lastre Ferrania all’albumina e al bromuro d’argento. Questo particolare, che non è passato inosservato ad alcuni esperti di fotografia, ha permesso di datare le immagini agli inizi del secolo scorso.
Stefano Mazzetta, proprietario dell’osteria “I due ladroni”, le ritrovò una quindicina di anni fa durante la ristrutturazione del canile interno del manicomio e le ripose in un cartone in attesa di esaminarle meglio. Occasione che si è presentata un paio di settimane fa quando, dopo aver acquistato “Il nido della follia”, il nuovo thriller di Francesco Proia ambientato proprio nel manicomio di Collemaggio, il signor Mazzetta si è ricordato di aprire quel cartone e ha deciso di rendere pubblica la sua collezione.
Qualche fotografia sarà esposta in anteprima proprio in occasione della presentazione aquilana del romanzo che si terrà giovedì 29 ottobre alle ore 17.30 presso la storica libreria Colacchi a L’Aquila.