Sono diverse le ragioni che hanno portato alla guerra in Ucraina. Ma senza dubbio non c’entrano nulla con la Nato.
Nato, mission impossible
L’Ucraina non sarebbe mai potuta entrare nella Nato nei prossimi anni, forse decenni. Questo è un dato di fatto. Infatti l’Ucraina non aveva ricevuto neanche la cosiddetta “road map” e non c’era alcun piano di ingresso (membership action plan) in via di definizione.
E’ noto che Francia e Germania si erano opposte all’ingresso nella Nato a causa della situazione in Crimea e in Donbass. D’altronde si è trattato di un atteggiamento condivisibile. Chi avrebbe voluto tra i membri della Nato uno Stato in una lite perenne con la super potenza bellica a confine orientale? Qualsiasi azione di Putin avrebbe costretto la Francia, la Germania e anche l’Italia a un intervento militare. Rischio che neanche il più folle dei politici europei si sarebbe mai accollato. E se, anche per assurdo (ma ora siamo nel campo del fantarisiko), l’Ucraina avesse ottenuto l’adesione all’alleanza atlantica, la possibilità di piazzare armi e missili sul territorio ucraino sarebbe stata alquanto remota. Quindi Mosca aveva davanti a sé molti anni per negoziare altre soluzioni.
Antefatto
Ma di questi argomenti, andando a ricercare le dichiarazioni e le interazioni diplomatiche pre-conflitto, ne è piena la cronaca internazionale.
Basterebbero le affermazioni del presidente francese Emmanuel Macron risalenti al 12 febbraio 2022. Parlando con Putin e Zelensky invitò quest’ultimo a ritirare spontaneamente la candidatura dell’Ucraina, piuttosto che farsi rispondere un sonoro “no” dagli Stati membri. Uno scaricabarile che mandò su tutte le furie Zelensky il quale, non voleva tradire il mandato popolare degli ucraini e pretendeva che fossero gli europei ad assumersi la responsabilità del diniego.
Certo è che Putin, assistendo a questo teatrino, non avrebbe mai potuto pensare che l’Ucraina stesse per entrare nella Nato. Tanto più che Europa e Ucraina litigavano per decidere chi dovesse annunciarne l’esclusione.
Un’altra concreta prova del fatto che l’ingresso ucraino nella Nato fosse impossibile arriva dalla visita a Mosca del cancelliere tedesco Olaf Scholz. In diretta tv, una decina di giorni prima dell’invasione, disse davanti a Putin che l’ingresso dell’Ucraina era un tema che non sarebbe stato trattato nei prossimi anni. Addirittura disse che non se ne sarebbe parlato finché entrambi (lui e Putin) fossero rimasti in carica. “Non so quanto il presidente Putin intenda stare in carica”, ironizzò davanti a lui visto che è risaputo come l’ultimo zar russo abbia fatto cambiare la costituzione russa per restare in carica fino al 2036. Quindi Putin sapeva bene che l’Ucraina non sarebbe mai e poi mai potuta entrare nella Nato.
I missili bufala
Ma anche se (sempre parlando per assurdo) l’Ucraina avesse aderito alla Nato, non ci sarebbe stata alcuna differenza per quanto riguarda la minaccia missilistica nei confronti della Russia. Infatti sia l’Europa che la Russia sono dotate di missili a lunga gittata
La Francia è dotata degli M51 con una gittata fino a 8.000 chilometri. La Russia ha missili che arrivano a migliaia di chilometri e che possono trasportare 1.800 testate nucleari. L’Europa ne possiede solo un centinaio, ma poco cambia. Ne basterebbe una.
La conferma
A confermare l’impossibilità di ingresso dell’Ucraina alla Nato, se ancora qualcuno avesse dubbi, è stato lo stesso Zelensky, forse per errore, forse per una svista. Certo è che ha dichiarato dal suo bunker: “è chiaro che l’Ucraina non è un Paese membro della Nato, lo comprendiamo, per anni abbiamo sentito parlare delle cosiddette porte aperte, ma adesso abbiamo sentito che non possiamo andare fino a lì”. Di fatto ha ammesso che l’Ucraina, ovviamente, non potrà mai entrare nella Nato, né prima, né ora, né prossimamente.
Se l’attacco di Putin fosse avvenuto per il timore di un ingresso dell’Ucraina nella Nato, oltre che una scelta idiota, sarebbe comunque stata fermata dopo queste esplicite e ovvie dichiarazioni.
In conclusione, l’Ucraina avrà anche le sue responsabilità, chiaramente, nell’invasione, ma quella principale è sicuramente della Russia, anzi di Vladimir Putin.