L’Aquila. Sognando delicati bagliori affiorano alla memoria storici capolavori in filigrana che, esaltando ancora oggi la femminilità delle donne, raccontano importanti unioni d’amore. Si tratta di quelle particolareggiate lavorazioni orafe della tradizione d’Abruzzo che vantano monili di fama internazionale, degni di essere degli elegantissimi e nobili presenti. Ebbene, proprio dall’identificazione del termine “presente” che prendono il nome di “Presentosa”.
Questo manufatto è stato ideato nel 700 e le prime fabbriche sono sorte ad Agnone che, a quei tempi, apparteneva all’Abruzzo. Tale lavorazione fu presto introdotta anche a Guardiagrele. Successivamente questi laboriosi gioielli si diramarono anche in altre località aquilane, come Pescocostanzo, Sulmona, Scanno e Roccaraso, dove tuttora vengono realizzati da maestranze artigianali locali, garantendo un elevato prestigio per gli intarsi eseguiti manualmente con talvolta delle incastonature di piccole pietre preziose.
Il motivo predominante in ogni Presentosa, nonché il fulcro descrittivo che ne introduce il significato, è racchiuso nella figurazione di uno o due cuori collegati da una mezza luna posti al centro del rosone. Ma questa simbologia varia a seconda del contenuto che si vuole trasmettere. Principalmente la donazione di una Presentosa con un singolo cuore rappresenta un forte legame d’affetto, mentre con due cuori equivale per eccellenza al legame indissolubile della coppia, segnandone il coronamento d’amore. Se attenzioniamo l’ornamentale filigrana, noteremo subito la dettagliata manifattura ottenuta da due filamenti di materiale prezioso, quali l’oro, l’argento o il rame, avvolti ad intreccio per formare un sottile cordoncino che, modellato con cura, accentra un elegante effetto di bassorilievo. La stella invece, che con le sue numerose punte circonda il rosone, crea un contrasto riflettente e liscio, così come la lavorazione dei cuori posti al centro. Si tratta bensì, di due tecniche contrastanti nel loro genere, ma che unificate tra loro rendono il gioiello incredibilmente affascinante e intriso di storia, poiché la parte liscia ne esalta le forme e quella in filigrana ne definisce le minuzie dei vortici decorativi o dei delicati fiorellini magistralmente sagomati e che impreziosiscono il rosone.
Possiamo quindi accentrare a cotanta meraviglia che il romanticismo dei gioielli antichi vivono di brillantezza epocale e che i tratti d’esecuzione, distanziandosi dalle creazioni moderne, sono riconducibili a delle vere opere d’arte collezionistiche intramontabili e che acquisiscono negli anni sempre più forza ammaliatrice. Inoltre, il valore profuso non soltanto dai materiali preziosi, ma anche dalla tradizione artigianale, fa spazio alla nostra cultura, caratterizzandoci altresì nella bellezza creativa. Indossare quindi un gioiello che porta con sé racconti storici confezionati da sfarzose ideazioni, significa ripercorrere delle principesche realtà che hanno dato slancio alla produzione orafa, ammantandoci di continui successi.
A Gabriele D’Annunzio, dall’alto del suo valore culturale, non gli passò certamente inosservata questa pregiata manifattura, la quale venne ben focalizzata nel suo romanzo “Il Trionfo della Morte” con queste parole: “Portava agli orecchi due grevi cerchi d’oro e sul petto la Presentosa: una grande stella di filigrana con in mezzo due cuori”. Ebbene, circoscrivendo questa sua attenta osservazione, possiamo sottolineare ancora una volta che l’arte orafa italiana vanta da sempre una pregiata manifattura riconosciuta in tutto il mondo e che, le creazioni legate principalmente alle tradizioni locali, in particolar modo, ne danno un beneficio aggiunto, impregnandone bensì, d’antico profumo il nostro presente.