L’Aquila. Resta in carcere l’imprenditore isernino Camillo Colella, arrestato lo scorso 27 gennaio dalla Guardia di Finanza di Roma nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento di una sua società immobiliare, la Como Srl. Il Tribunale del Riesame di Roma ha respinto il ricorso per la revoca della misura cautelare presentato dal suo difensore, l’avvocato Alessandro Diddi. Un’analoga istanza era stata respinta l’8 febbraio dal gip di Roma.
“Le motivazioni saranno rese note entro 30 giorni – spiega il legale alla Tgr – non appena le conosceremo, faremo ricorso in Cassazione, perché la detenzione del mio assistito è assolutamente ingiusta e immotivata”.
Camillo Colella, 63 anni, è recluso nel carcere di Isernia. Bancarotta è l’ipotesi di reato a suo carico. Secondo la procura di Roma, il patron dell’acqua Castellina e Santa Croce avrebbe causato il dissesto della Como Srl, occultandone beni e risorse e trasferendoli ad altre società a lui riconducibili con lo scopo di sottrarli ai creditori. Il 27 gennaio è stato disposto nei suoi confronti anche il sequestro preventivo di beni fino alla concorrenza di 71 milioni di euro.