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Sanitari “spostati” a Chieti per apertura reparto covid, sit in davanti l’ospedale di Lanciano

Luisiana Di Federico di Luisiana Di Federico
8 Gennaio 2022
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Lanciano. Proteste in corso con il sit in di questa mattina dinanzi all’ospedale Renzetti di Lanciano (Chieti), convocato dai sindacati Nursind, Nursing Up e Cigl, per protestare contro lo spostamento di infermieri e operatori socio sanitari dagli ospedali di Lanciano e di Ortona a Chieti per aprire un reparto covid. Presenti alla manifestazione i responsabili delle sigle sindacali, Vincenzo Pace, Patrizia Bianchi e Carmine Sgarbarro. Si tratta di 17 infermieri e 10 Oss, la cui assenza ha determinato l’accorpamento di reparti sia al Renzetti sia al Bernabeo di Ortona, dove le attività chirurgiche sono interrotte. Al sit in ha preso parte anche il sindaco di Lanciano Filippo Paolini.

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“Quanto accade non va bene”, ha dichiarato il primo cittadino lancianese. “Non si può chiudere un ospedale per mantenere una struttura covid. Ho chiesto un incontro all’assessore regionale Nicoletta Verì. Assumano altre persone con fondi covid. Il Ministero ha dato le direttive. Ci sono graduatorie, si prendano quelle. Accorpare Otorino e Chirurgia di Lanciano per portare personale a Chieti non mi sembra una cosa corretta di gestione in un momento difficile. Praticamente non si fa più niente e non si opera né a Lanciano né a Ortona, e si è costretti ad andare a Pescara”, aggiunge Paolini. Chiariscano se siamo Dea di primo livello, e se sì manteniamo tutto. La Asl deve gestire l’emergenza con fondi che ci sono. Non si chiude un ospedale”. Alla protesta presenti anche il consigliere regionale Francesco Taglieri (M5S) e i consiglieri comunali di centrosinistra di Lanciano Leo Marongiu, segretario provinciale del Pd, e Giacinto Verna (Progetto Lanciano).

Nessuna spoliazione, ma necessità di aumentare i posti letto Covid a fronte della crescita dei casi. E’ in sostanza la risposta del direttore sanitario dell’Asl Lanciano Vasto Chieti, Angelo Muraglia, alla protesta, con sit in davanti all’ospedale di Lanciano, seguita alle scelte organizzative dell’Asl di destinare temporaneamente a Chieti alcuni infermieri in servizio negli ospedali di Lanciano e Ortona per attivare posti letto aggiuntivi per malati Covid. “Non esistono realtà che prendono e altre che perdono”, dice Muraglia, “perché l’Azienda è unica e le energie vengono convogliate là dove c’è bisogno, secondo una logica di mutuo soccorso che non lascia indietro nessuno. Accade per tutti aver bisogno d’aiuto, come insegna l’esperienza della Ginecologia di Lanciano dove da mesi arrivano da Chieti per coprire i turni, così come a Vasto è stato dato supporto per gli anestesisti. Dall’inizio della pandemia abbiamo preservato completamente il ‘Renzetti’ e il ‘Bernabeo’, dove non abbiamo riconvertito alcuna unità operativa per far fronte alla crescente domanda di ricoveri, concentrati su Chieti e Vasto per la presenza dei reparti di Malattie Infettive”.

Per Muraglia le invettive sono fuori luogo “proprio in un momento nel quale”, aggiunge, “avremmo bisogno di solidarietà tra le articolazioni aziendali e un diffuso senso di responsabilità. In considerazione del drastico peggioramento dell’epidemia che nell’ultima settimana ha raggiunto e superato la soglia dei 2000 casi per 100.000 abitanti, andando oltre la media nazionale, si è riunita l’Unità di crisi che ha varato un piano di riconversione di Pneumologia e Geriatria dell’ospedale di Chieti in reparti Covid. Inoltre, attivata un’ulteriore unità operativa covid sempre nello stesso ospedale ed estesi i posti letto di Malattie Infettive a Vasto. E’ palese come l’aumento della capacità di ricovero dei pazienti Covid determini un arruolamento di personale medico, infermieristico e ausiliario per poter gestire le unità operative”, dice ancora Muraglia. “E’ stata anche chiesta una disponibilità al dipartimento chirurgico di integrare i turni dell’area medica Covid, così come al Servizio infermieristico di ottimizzare il personale presso le unità operative. Attualmente abbiamo 72 ricoverati in area medica Covid e 9 ricoverati in Terapia Intensiva”.

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