
L’Aquila. Un fine anno che potrebbe concludersi non in positivo in termini di pandemia: “Se oggi, 11 dicembre, i casi registrati in Italia si contano in qualche decina, fra qualche settimana potrebbero essere molti di più”, osserva il fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento e coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Alla luce di quanto si osserva in Gran Bretagna, i casi di Omicron raddoppiano ogni tre giorni seguendo una curva di tipo esponenziale e questo significa che i 26 casi rilevati finora in Italia nell’arco di un mese potrebbero superare le 6000 unità. Una crescita così veloce la porterebbe a diventare dominante nel corso del mese di gennaio, questa variante potrebbe raggiungere valori che la potrebbero portare a essere dominante”, osserva Battiston “E’ necessario però verificare che la velocità di raddoppio sia la stessa anche in Italia dove vigono regole e restrizioni maggiori rispetto all’ Inghilterra”.
Al momento, osserva il fisico: “Sappiamo che la variante Omicron si diffonde molto rapidamente, non sappiamo ancora con certezza se evada o meno il vaccino. Sembra però che la dose booster fornisca una forte difesa rispetto alla malattia, ma non è chiaro se questo valga anche per la contagiosità”: sono ancora troppe le domande sulla Omicron che non hanno ancora una risposta precisa. Per esempio, prosegue Battiston, ci si chiede quali potrebbero essere le conseguenze della dominanza dell’ Omicron sull’indice di contagio Rt. “Il fatto che si propaghi rapidamente, può essere dovuto sia ad un numero di replicazione più alto, vale a dire una maggiore contagiosità, che ad un valore più basso ma accompagnato da una capacità maggiore di evadere il vaccino “. I pochi dati disponibili per l’omicron suggeriscono un indice di replicazione di circa 3, più basso rispetto a quello della Delta, che vale circa 8: questo significa che la Omicron è meno contagiosa, ma il vaccino la ferma di meno se non è stato fatta la terza dose”
L’altra grande domanda riguarda la malattia che la Omicron è in grado di provocare: “Potrebbe essere lieve come un raffreddore, ma ancora i dati sono pochi. E’ quindi difficile capire cosa accadrà in gennaio in Italia a causa dell’Omicron”, osserva l’esperto. “L’Italia è un Paese con un alto tasso di vaccinazioni, e un valore crescente di terze dosi: possiamo quindi aspettarci una certa difesa dalla Omicron aiutati anche dall’uso delle mascherine e dal distanziamento. Al momento non sappiamo stimare con precisione quanto rapida sarà la transizione dalla Delta alla Omicron e quanto gravi saranno gli effetti sulla popolazione e sulle strutture sanitarie”. Questa incertezza, conclude Battiston, impedisce di fare affermazioni sull’ andamento della quarta ondata, in particolare quando la curva del numero di infetti raggiungerà un massimo e comincerà a scendere: “bisognerà capire quale peso la Omicron avrà nelle prossime settimane relativamente alla situazione epidemica in Italia, In ogni caso la vaccinazione con la terza dose, con la prima dose ed il rispetto delle regole del distanziamento sociale diventeranno strumenti ancora più importanti per difenderci da questa variante”.