L’Aquila. “Se c’è qualcuno che mette in fila gli italiani per vaccinarli, siamo esattamente noi”. Il presidente della Regione Marco Marsilio continua a parlare di super green pass e questa mattina lo ha fatto dal palco della Festa dell’Ottimismo, organizzata da “Il Foglio” a Firenze.
La sua risposta arriva alla domanda se la sua posizione contro il super green pass non sia “contro producente” contro la sensibilizzazione al tema vaccini.
“Gli hub vaccinali li gestiamo noi”, ha detto Marsilio, “e quindi, come presidente della Regione, come gli altri presidenti, siamo noi che chiamiano le persone a vaccinarsi. Non ci sono contraddizioni”.
Le sue parole sono seguite all’intervento del ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha parlato di un “mega green pass”.
“Io contesto il non parlare chiaro. Perché si fa la scelta strategica di dire: non imponiamo l’obbligo, il vaccino è facoltativo, lo puoi fare, è di tua libera scelta. Se però poi mentre si dice questo, si dice anche a chi non si vaccina che non entra nei luoghi di lavoro, che non prende lo stipendio e non porta il pane a casa, non è più tanto facoltativo andarsi a vaccinare e così si attua una politica di costrizione che è un obbligo surrettizio. L’unica cosa che manca rispetto all’obbligo è l’”indennizzo”.
Quando poi gli viene “contestato” che sta rischiando di avvicinare le teorie “complottiste” non ha dubbi: “Non c’è stato un solo corteo e una sola manifestazione organizzata in nessuna città d’Italia né da Fratelli d’Italia né dalla Lega, contro la campagna vaccinale”.
Marsilio ha anche rassicurato che non va alla ricerca dei voti dei no vax: “Il vero no vax rappresenta una percentuale della popolazione, sarà il 2 o il 3 per cento. Quello che deve far riflettere anche il Governo, che dovrebbe avere un po’ di umiltà, è perché oggi una fascia di popolazione si sta sottraendo alla campagna vaccinale”.
Ha infine richiamato alla prudenza per quanto riguarda i vaccini ai bambini dai cinque agli undici anni, chiarendo che “non è chiaramente necessario al successo della campagna vaccinale che tutti i bambini si vaccinino. Io spero che anche qui i pediatri si trovino in prima fila. Se i pediatri sapranno usare parole convincenti riusciranno a far vaccinare i propri bambini se invece questo nel lavoro di costruzione del consenso e di informazione medico scientifica si farà l’errore: da domani tutti in fila, sennò da domani non vanno a scuola, non vanno all’asilo, non giocano a pallone con gli altri bambini, troveremo no i cortei no vax, troveremo molta più gente”.
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