Teramo. La pandemia ha impattato, molto e negativamente, sulla vita delle donne. Che però mostrano di essere tanto resilienti e di avere strumenti culturali e professionali per reagire. È quanto emerge dall’indagine voluta dalla consigliera provinciale per le pari opportunità, Beta Costantini e realizzata dalla docente di Unite, Agnese Vardanega, esperta di scienze sociali e analisi dei dati. I primi risultati (in una prossima pubblicazione ci sarà lo studio completo) sono stati presentati questa mattina in Provincia e sulla scorta di un campione rappresentativo di 600 donne hanno focalizzato alcuni elementi peculiari di questo territorio.
La provincia teramana ha una popolazione stabile e in lieve decrescita, il che implica una popolazione femminile con un’età media piuttosto avanzata. L’indagine rileva con chiarezza, inoltre, il forte radicamento – tipico nelle regioni del sud Italia – della cosiddetta “doppia presenza”: anche quando lavorano le donne si fanno carico da sole delle responsabilità familiari e domestiche. Un elemento, questo, molto importante per comprendere l’impatto delle Covid sulla vita delle durante e dopo il lockdown. Uno degli aspetti più interessanti è quello relativo alla digitalizzazione: le donne hanno lavorato con i figli in dad, hanno fatto ricorso alla formazione in maniera molto più rilevante che in passato proprio perché fruibile su piattaforme on line: anche per questo individuano con puntualità le criticità di una “rete digitale” che non regge le attuali esigenze e chiedono un ampliamento di tutti i servizi digitali.
“Ovviamente la pandemia ha avuto un impatto molto negativo in quelle situazioni familiari più fragili, e questo pare ovvio ma il carico di lavoro è aumento per tutte – ha detto Vardanega – quelle che lavorano e quelle che non lavorano. Investite di nuovi carichi per la cura e assistenza non hanno avuto tempo per trovare un’occupazione e questo è un elemento molto preoccupante. Se le donne non hanno tempo per sé o per lavorare, rimanere a casa può diventare una sorta di scelta obbligata e le attuali politiche del lavoro sono assolutamente inadeguate a far fronte a questa situazione”.
“Non siamo ancora fuori dall’emergenza – sottolinea la consigliera Beta Costantini – ma è chiaro che certi cambiamenti in negativo stanno influenzando pesantemente sulla vita delle donne e si traducono in un peggioramento non solo della loro vita ma della qualità delle relazioni e delle dinamiche sociali. Bisogna lavorarci: il messaggio di una migliore
qualità dei servizi digitali, delle opportunità legate allo smart working e più in generale ai cambiamenti dei modelli organizzativi del lavoro, di servizi sociali ritagliati sui nuovi bisogni, sono una frontiera di impegno per tutti i decisori pubblici”.


