Atri. E’ stata rinviata la sentenza relativa alla chiusura dl punto nascite di Atri. Prima di decretarne la chiusura, la Asl dovrà fornire una dettagliata relazione sui lavori di adeguamento e ampliamento del punto nascita di Teramo. Questa la motivazione che ha indotto il tribunale amministrativo regionale a rinviare al 7 ottobre la sentenza in merito al ricorso del Comune di Atri contro la chiusura del punto nascite del San Liberatore. Seguiranno la chiusura del punto nascita di Penne (Pescara), il 15 novembre, e poi, a data ancora da destinarsi, quello di Sulmona (L’Aquila), mentre il punto nascite di Ortona è stato già soppresso. Questo il tragico bilancio di tagli alla sanità subiti dalla Regione Abruzzo. Il ricorso è sostenuto “ad adivandum” anche dai Comuni di Silvi e Pineto, e dall’associazione politico culturale Abruzzo Civico, di cui sono espressione i consiglieri regionali di maggioranza Andrea Gerosolimo e Mario Olivieri. Il sindaco di Atri Gabriele Astolfi considera questo rinvio un punto a favore. Astolfi e i comitati cittadini avevano del resto più più volte evidenziato proprio la mancanza di certezze sulla tempistica e le caratteristiche dei lavori da effettuare entro il 1° novembre, per ampliare e aumentare dotare di attrezzature le sale parto del punto nascita di Teramo. Tre sono poi le ragioni alla base del ricorso al Tar contro la chiusura: non è vero che nel punto nascite di Atri si effettuano meno di 500 parti l’anno, quota sotto la quale il governo e Regione considerano non sicuri i punti nascita. Diminuirà la sicurezza per partorienti e nascituri a causa dell’aumento dei tempi di percorrenza in strade secondarie e dissestate per raggiungere altri punti nascita. Infine tutti gli indicatori confermano che il punto nascite di Atri è sicuro, visto che la mortalità neonatale in questi ultimi anni è al di sotto delle medie regionali e nazionali.