L’Aquila. Siamo ormai al quindicesimo sabato consecutivo di corteo No green pass a Milano, conclusasi al grido di ‘giornalista terrorista’ fuori dalla sede milanese della Rai in corso Sempione. Questa volta, la manifestazione, partita come al solito da piazza Fontana, è stata anticipata da un presidio organizzato dai movimenti No Paura Day e Primum Non Nocere in piazza Duomo, al quale ha partecipato, tra gli altri, anche Gian Marco Capitani, l’uomo che aveva definito la senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz, Liliana Segre, “una donna che ricopre un seggio che non dovrebbe e che dovrebbe sparire da dove è” e che, in questa occasione, non ha risparmiato un duro attacco al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nonostante fosse stato più volte annunciato, non ha fatto in tempo a raggiungere la piazza milanese, invece, l’ex leader dei portuali di Trieste, Stefano Puzzer, il quale ha però partecipato al presidio in programma a Genova, altra città dove ci sono state proteste contro il Green pass così come a Torino, Pisa, Trento e Firenze. Ma, come spesso accaduto, gli appuntamenti milanesi sono stati quelli più affollati, con qualche momento di tensione. Nel corso del presidio in piazza Duomo un videomaker del programma Tagada’ di La7, mentre stava realizzando delle interviste, è stato colpito da calci e sputi da un gruppo di manifestanti, colpendo anche la sua telecamera. Attorno alle 17.30 ha poi preso il via il corteo, al quale, complice anche la pioggia scesa nella prima parte del pomeriggio, hanno partecipato poco più di 4mila persone, circa la metà di quanti presenti la scorsa settimana. Dopo essere passata davanti alla sede del Comune con cori contro il sindaco Beppe Sala, la manifestazione, che dopo un accordo raggiunto ieri in Questura con alcuni rappresentanti del movimento, avrebbe dovuto seguire un itinerario ben definito, ha invece effettuato una deviazione non autorizzata all’altezza di via Galileo Galilei, dopo che il grosso del corteo aveva fatto arretrare le forze dell’ordine schierate, spezzandosi in due tronconi.
Dopo un ‘fuori programma’ in via Melchiorre Gioia, con il traffico ancora precipitato nel caos, il corteo si è nuovamente riunito, proseguendo ordinatamente fino in corso Sempione. Qui, i manifestanti si sono fermati di fronte agli agenti delle forze dell’ordine schierati a difesa della sede della tv di Stato, fischiando e insultando i giornalisti.