Chieti. Ridurre la disabilità neonatale e la mortalità infantile e contenere i rischi per la donna in gravidanza, attraverso un sistema capillare di trasporto in urgenza e una qualità assistenziale adeguata. Questa la finalità della nuova Rete nascita attiva da oggi su tutto il territorio della provincia di Chieti e presentata questa mattina dall’assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, il direttore generale f.f della Asl Lanciano Vasto Chieti, Pasquale Flacco, Il direttore del Dipartimento Materno Infantile della stessa Asl, Francesco Chiarelli, il presidente della Commissione regionale Sanità, Mario Olivieri, e il Presidente del Comitato ristretto dei sindaci della Asl nonché dell’Anci Abruzzo, Luciano Lapenna. Tre le ambulanze acquistate per elevare il livello di sicurezza di madre e bambino in caso di parto a rischio, una per ciascun Punto nascita di I livello di Lanciano e Vasto dedicate al Servizio di trasporto assistito materno (Stam), mentre il mezzo a disposizione del punto nascita di II livello dell’ospedale di Chieti è riservato al Trasporto in emergenza neonatale (Sten). Un parco mezzi che ha richiesto un investimento di circa 500 mila euro. “A Chieti sarà attiva la terza sala parto” ha anticipato Flacco “la cui realizzazione era stata inserita nel programma di adeguamento della rete nascita, anche in previsione dell’aumento del numero di parti, che a fine anno potrebbero arrivare a sfiorare i 2.000. Per la stessa ragione, è stato aumentato il numero di posti letto dedicati all’Ostetricia, ora a quota 27, a cui si aggiungono i 6 di Ginecologia e 4 di day surgery, a fronte dei precedenti 25 complessivi”. “Per la prima volta sul fronte della nascita l’Abruzzo si allinea alle regioni più evolute” ha sottolineato Paolucci “con l’attivazione di un percorso che prende avvio proprio della provincia di Chieti, a cui seguiranno a novembre Pescara e Teramo. Qui abbiamo messo in campo un investimento di 8 milioni di euro per dare la migliore possibilità di successo all’evento nascita, soprattutto a quella percentuale di parti che comportano complicanze e possono determinare conseguenze drammatiche per la vita del bambino, che ne segnano per sempre l’esistenza. E’ questo l’unico obiettivo di un progetto finalizzato a dare di più’ e meglio, e non a lasciare sguarniti i territori”.