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Il post pandemia delle imprese familiari, spina dorsale dell’economia italiana e abruzzese

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
22 Ottobre 2021
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Pescara. “La storia ci mostra come le imprese a proprietà familiare creino occupazione, crescano più delle altre tipologie di aziende, registrino una redditività più alta di altre forme societarie, abbiano un rapporto di indebitamento più basso e spesso siano anche più longeve. Con queste premesse è facile dire che le imprese familiari costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana e abruzzese”. E’ quanto dichiara Giacomo D’Ignazio, presidente di Fi.R.A., la Finanziaria regionale abruzzese, ricordando che nel Report Abruzzo 2019 dell’Istat le imprese abruzzesi con 3 e più addetti, controllate da una persona fisica o famiglia, sono circa 16.694, pari al 75,7% del totale (il dato nazionale è 75,2%). Questa tipologia di imprese presenta il valore minimo nella provincia di Teramo (73,1%) e il valore massimo in quella di Pescara (77%).

“L’importante tradizione manifatturiera regionale, che conta 22.000 piccole e medie imprese e 200.000 lavoratori e lavoratrici, è costituita in ottima parte da imprese a trazione familiare, che molto poco fanno ricorso a manager esterni. Una scelta che differenzia il modo di indurre l’azienda da parte delle famiglie imprenditoriali italiane e abruzzesi rispetto alle colleghe europee: considerando le sole imprese dai 10 addetti in su, in Abruzzo il soggetto responsabile della gestione è nel 73,7% dei casi l’imprenditore o socio principale/unico e nel 21,5% un membro della famiglia controllante”.

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La stessa capacità di reagire alla crisi legata alla pandemia e tornare a correre verso il futuro, ricorda D’Ignazio in una nota, è stata nei mesi scorsi oggetto di studio di Fabula, il Family Business Lab della Liuc – Università Cattaneo, che ha evidenziato come questa forma di imprenditoria si stia rivelando più solida e stabile rispetto a quella non familiare. Infatti, seppur il calo della domanda abbia coinvolto il 60% di esse, queste hanno mostrato meno problemi di liquidità, minore necessità di attuare azioni di modifica della clientela o del prodotto, più pronta attuazione dello smart working, attesa di un maggiore aumento del fatturato estero nel corso del 2021 rispetto alle imprese non familiari. Come sottolinea il Report 2019 dell’Istat la larga maggioranza delle aziende familiari vede nella difesa della propria posizione competitiva uno dei principali obiettivi strategici: tra quelle con più di 10 addetti, la quota che indica tale obiettivo gestionale fra quelli da perseguire è in Abruzzo l’84,6%; seguono l’ampliamento della gamma di beni e servizi; l’accesso a nuovi segmenti di mercato e l’attivazione di collaborazioni interaziendali; fino all’espansione dell’attività all’estero.

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