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Il fringuello alpino, “signore delle vette”: aggiornamento professionale su come tutelarlo

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
18 Ottobre 2021
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Villetta Barrea. Al Centro Servizi del Parco di Villetta Barrea, un corso di formazione e aggiornamento sull’avifauna di alta quota con una sessione speciale dedicata al fringuello alpino. Le attività di formazione sono state tenute da Eliseo Strinella, esperto di avifauna e dipendente del Reparto Carabinieri Biodiversità dell’Aquila, nonché fautore di numerosi progetti di conservazione per l’avifauna di alta quota.
Il fringuello alpino (Montifringilla nivalis) è una specie tipica dell’ecosistema alpino, che vive negli ambienti di montagna delle Alpi e dell’Appennino centrale per l’intero arco dell’anno. In Italia è presente con due popolazioni ben separate: quella alpina, dov’è maggiormente distribuita, e quella appenninica, più localizzata sui massicci montuosi dell’Abruzzo delle Marche e del Lazio, al di sopra dei 1900 metri di quota. La specie ha un forte interesse bio-geografico, in quanto rappresenta un elemento relitto, rimasto confinato sulle vette dei massicci in seguito alle glaciazioni quaternarie.
L’emergenza climatica che stiamo attraversando, e il relativo innalzamento delle temperature globali, rischia di compromettere l’integrità degli ecosistemi montani e quindi sconvolgere gli habitat essenziali per la sopravvivenza del volatile. Le popolazioni appenniniche saranno le prime a risentire di questi cambiamenti e questo desta molta preoccupazione per il futuro della specie.
Nel 2019, su proposta dei Carabinieri Forestali, è stato siglato un protocollo di intesa tra i Reparti dei Carabinieri Biodiversità di L’Aquila, Castel Di Sangro e Pescara e 7 Parchi d’Appennino (Parco Nazionale della Maiella, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Naturale Regionale Sirente Velino, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Riserva Naturale Montagne della Duchessa) per unire gli sforzi e condure azioni strategiche di conservazione e monitoraggio della specie in maniera coerente e coordinata su tutto l’area di distribuzione della specie. In tal senso, il corso di aggiornamento da poco svolto è propedeutico alla prossima sessione di monitoraggio autunnale, che si terrà a fine mese in tutte le aree protette che aderiscono al protocollo.
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