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Scoperta e sequestrata la più grande coltivazione di cannabis dell’Abruzzo

Redazione Centrale di Redazione Centrale
22 Agosto 2015
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È morto Alfonso Mascitelli, dirigente Asl 1 e politico abruzzese 

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11 Maggio 2025
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Teramo. Una maxi piantagione illegale di Cannabis è stata scoperta dalla Stazione  forestale di Rocca Santa Maria, dipendente dal Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Assergi nel territorio della provincia di Teramo.  L’operazione, che ha portato al  sequestro di oltre 1.000 piante di canapa dell’altezza media di 1 metro e 80 centimetri, è stata effettuata nell’ambito delle programmate attività di controllo del territorio rurale e montano che ordinariamente la Forestale svolge  con particolare riferimento alle aree ricadenti all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Larga. Sul posto sono poi intervenute pattuglie del Comando Provinciale del CFS di Teramo. Le piante di cannabis, non in piena fase di maturazione, erano abilmente coltivate ed occultate,  a macchia di leopardo, all’interno di radure illecitamente ricavate a scapito di un bosco misto di latifoglie in un sottobacino del Fiume Salinello nelle vicinanze della Frazione Macchia da Borea del comune di Valle Castellana.  Il sito di difficile accesso ed impervio, era stato accuratamente individuato dagli ignoti coltivatori proprio per impedirne l’individuazione.  Negli immediati dintorni sono stati rinvenuti numerosi materiali ed attrezzature vari utili alla coltivazione tra cui una pompa per l’aspirazione dell’acqua, un complesso sistema di irrigazione, una tenda per il ricovero degli attrezzi e per i “coltimarijuanavatori” e vari prodotti ammendanti. Informata la Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, competente per territorio, è stata disposta, dopo opportuna campionatura, l’estirpazione delle piante e la successiva distruzione. Le analisi delle piante saranno effettuate a cura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, mentre  la determinazione della specie sono stati interessati i botanici dell’Università di L’Aquila. La coltivazione, a fine ciclo biologico, avrebbe prodotto oltre 300 kg di stupefacente per un controvalore al dettaglio di circa 2.000.000 euro. Le indagini del Corpo Forestale dello Stato sono ancora in corso per individuare i responsabili. “Ha dell’incredibile quanto abbiamo scoperto” – commenta il Comandate Provinciale di Teramo  Dott. Gualberto Mancini: “in un angolo remoto del Parco, grazie al puntuale controllo del territorio svolto dalla Forestale, è stato possibile individuare una delle più vaste piantagioni illegali di Cannabis,nell’ambito del territorio montano dell’Appennino teramano. Sicuramente un fenomeno criminale che per la sua connotazione e rilevanza appare inquietante. Non si escludono sviluppi”.
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