Stanca della lunga estate afosa, per fortuna intervallata dalle strepitose gioie sportive tricolori, nei primi giorni d’autunno torno ad aprire con calma alcune bottiglie già assaggiate nei mesi più caldi e rileggo gli appunti con gusto.
Una di queste è il Trebbiano d’Abruzzo Doc macerato edizione speciale 1921-2021 della cantina Barone Cornacchia che si trova a Torano Nuovo (Te), tra dolci colline che disegnano una delle zone vinicole più pregiate d’Abruzzo. Un bianco biologico e certificato vegano che ho trovato sincero ed avvincente.
Sono molto legata al gusto del Trebbiano abruzzese, per ovvie ragioni biografiche ma soprattutto per i capovolgimenti cui mi ha costretta nel tempo in più di un assaggio.
Il Trebbiano macerato di Barone Cornacchia è il risultato di un processo che porta le uve appena raccolte e pigiate a fermentare in acciaio a contatto con le bucce, in macerazione per 32 giorni a temperatura controllata, dalle quali viene separato per prepararsi alla sosta sulle fecce proprie per un anno, sempre in vasca d’acciaio. Il piede di fermentazione viene preparato con un’anteprima del raccolto.
Le fecce vengono mosse frequentemente per rivitalizzare i lieviti indigeni distribuendoli sulla massa. Sotto il profilo sensoriale, solitamente le uve di Trebbiano non portano con sé evidenti caratteristiche aromatiche poiché è dalla fermentazione ed operazioni conseguenti che il vino trae la maggior parte dei benefici che lo caratterizzeranno nel bicchiere. Il carattere di questo Trebbiano edizione speciale inizia qui, in cantina, la sua strada verso il futuro di longevità.
Imbottigliato al termine di questo processo, nel Dicembre 2020, il vino è rimasto in vetro per essere presentato ufficialmente alla stampa di settore e pronto per la vendita nel Luglio 2021, in una giornata afosa come le altre, in cui ho avuto l’opportunità di degustarlo direttamente in cantina, ospite di Filippo e Caterina Cornacchia e dell’enologo Goffredo Agostini. Quel giorno abbiamo assaggiato anche il Trebbiano Superiore Casanova 2020, il Cru Vigna Le Coste Montepulciano Doc 2016 e il Vizzarro Montepulciano Docg Colline Teramane 2016.
Il Trebbiano 2019 macerato, ancor giovanissimo di bottiglia, si presenta di un colore giallo dorato con riflessi ambra. Al naso arriva complesso, già sprigionando frutta frutta matura, per accennare infine a note balsamiche. Al gusto è più evidente il percorso in cerca del suo equilibrio, pieno, finale ammandorlato e abbastanza persistente.
Quel che sorprende di questo vino sono le sue sfaccettature, poiché gli spunti che offre in degustazione sono molti e non scontati per un macerato, come l’aspetto pulito e la morbidezza all’assaggio. Sarà necessario rileggerlo negli anni per verificare come si comporterà nel complesso, tenendo conto anche del corredo di una gradazione alcolica di 12,5%.
Per i fratelli Cornacchia questo Trebbiano è un vino d’ispirazione, da aggiungere alla gamma non solo per rinnovarla ed ampliarla ma per proiettare verso nuovi orizzonti l’eredità del fare di famiglia e sfidare quelle vecchie bottiglie di Trebbiano ereditate dal nonno Alessandro che portano il segno di un vigore non sopito.
Il vigneto di provenienza è un unico appezzamento calcareo pietroso chiamato “Il lago” a 250 metri di altitudine. E’ il più antico della tenuta Cornacchia, impiantato dal padre di Caterina e Filippo, Piero, con basse rese e destinato a Trebbiani selezionati.
L’azienda agricola Barone Cornacchia produce circa 200.000 bottiglie ed è proprietaria di 55 ettari a vigneti, localizzati in zona Villa Torri di Torano Nuovo. Filippo e Caterina sono la quarta generazione dedita alla viticoltura. Dalle selezioni e nuovi impianti condotti agli inizi del XX secolo dal barone Filippo Vizzarro Cornacchia sono giunte ai discendenti preziose eredità.
A conferma delle eccellenti condizioni pedoclimatiche del luogo, nel 1969 proprio nella vigna dei Cornacchia è stato selezionato il clone Biotipo Teramano Montepulciano R/7, tra i migliori e più diffusi della nostra regione.
I fratelli Cornacchia hanno scelto la sostenibilità come filosofia produttiva. Un ciclo improntato all’utilizzo di energia rinnovabile, grazie all’uso di pannelli fotovoltaici e caldaie a biomassa, e di bottiglie di vetro più leggero per far viaggiare i propri vini nel mondo.
Ogni vitigno è l’espressione di centenarie attenzioni dei viticoltori che se ne sono occupati selezionandone gli aspetti più favorevoli. Poi c’è sempre l’impronta imprescindibile del luogo, un salvacondotto dall’uniformità che, unito alle abilità agronomiche ed enologiche, permette ai vitigni di attraversare i gusti e le mode più disparate, fornendo materiale succulento per professionisti ed appassionati di vino. Così è per il Trebbiano 2019 macerato di Barone Cornacchia, che mi è piaciuto perché è un vino della tradizione dal gusto moderno. Il punto di incontro tra genuinità e piacevolezza. Lo aspettiamo con piacere e pazienza insieme alla certezza di evoluzioni che solo il tempo saprà estrarne.