L’Aquila. Terminato il ciclo di “Terna incontra” con otto comuni fra Abruzzo e Marche. Fino al prossimo 29 ottobre sarà possibile presentare osservazioni per il cavo sottomarino in corrente continua che collegherà Abruzzo e Marche Terna investirà oltre 1 miliardo di euro.
È terminato nel pomeriggio di martedì 14 settembre il ciclo di “Terna incontra” organizzati dall’azienda che gestisce la rete elettrica nazionale con i comuni abruzzesi e marchigiani interessati dall’Adriatic Link, il nuovo elettrodotto sottomarino che unirà Marche e Abruzzo.
Tra il 6 e il 14 settembre Terna ha presentato il progetto della nuova infrastruttura, per la quale
investirà oltre 1 miliardo di euro, ai cittadini dei Comuni abruzzesi di Montesilvano, Città
Sant’Angelo, Cappelle sul Tavo, Spoltore e Cepagatti (provincia di Pescara) e Silvi (provincia di
Teramo) e dei Comuni marchigiani di Fano e Cartoceto, entrambi in provincia di Pesaro e Urbino.
La risposta di cittadini e associazioni è stata positiva, così come la partecipazione delle istituzioni
locali, a conferma del lavoro svolto durante la fase di concertazione volontaria. Tra il 2020 ed il
2021, Terna ha infatti organizzato circa 90 incontri con amministrazioni regionali e comunali, associazioni e cittadini per raccogliere proposte e iniziative legate al progetto.
Durante gli incontri con la cittadinanza i tecnici di Terna hanno illustrato le possibili localizzazioni
delle due future stazioni di conversione: in Abruzzo nei pressi dell’esistente Stazione elettrica di
Cepagatti, nelle Marche accanto a quella esistente nel Comune di Fano o nell’area agricola del
Comune di Cartoceto.
Fino al prossimo 29 ottobre, amministrazioni locali, cittadini, associazioni e portatori di interesse
potranno presentare le proprie osservazioni scrivendo a [email protected]. Queste
saranno inserite nella documentazione che Terna trasmetterà al Ministero della Transizione
Ecologica per l’avvio dell’iter autorizzativo. L’Adriatic Link, lungo circa 270 km di cui 230 in cavo marino, rafforzerà lo scambio di energia nell’asse centrale della penisola, garantendo sicurezza e flessibilità al sistema elettrico nazionale e consentendo di raggiungere gli obiettivi di incremento di energia da fonti rinnovabili.
L’opera rientra nel piano di sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale ed è inserito negli
interventi previsti dal PNIEC (piano nazionale integrato per l’energia e il clima), che punta alla
decarbonizzazione del sistema energetico entro il 2030.