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Crescono aree in deficit idrico, sos in Abruzzo: Pescara e Chieti province in maggiore difficoltà

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
2 Settembre 2021
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Chieti. Al termine di un agosto meteorologicamente “estremo” sull’Italia, sono le province di Pescara e Chieti, quelle maggiormente in sofferenza idrica ma oltre che in Abruzzo, “grave siccità si registra in Molise e Marche e c’è forte crisi idrica anche nel Sud del Piemonte fino ad arrivare al crescente rischio desertificazione in alcune zone della Sicilia e al preoccupante, progressivo inaridimento delle coste di Romagna”.

Lo afferma l’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi) riportando i dati dell’European Drought Observatory e del report dell’Osservatorio Anbi. “Il quadro che si delinea – commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi – conferma la crescente instabilità climatica sulla Penisola, di cui è prima vittima, l’agricoltura. La risposta sta solo nell’incremento della capacità di resilienza dei territori, anche adeguando e potenziando la rete idraulica del Paese”.

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Nel rilevare che servono “nuovi investimenti, utilizzando anche i fondi del Recovery Plan” Vincenzi afferma che “Anbi mette 858 progetti definitivi a disposizione del Paese: con un investimento di circa 4 miliardi e 339 milioni si garantirebbero oltre 21.000 posti di lavoro, oltre a migliorare la gestione idrica lungo l’intera Penisola”.

Il report dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche segnala, in particolare, che i grandi laghi del Nord sono al di sotto dei livelli 2020 e tendono a scendere, a eccezione del Garda, sotto la media del periodo. Entrando nel dettaglio delle regioni partendo dal nord, in Piemonte le portate dei fiumi sono inferiori al 2020 soprattutto per Tanaro, Sesia, Stura di Demonte, Varaita, mentre nel Cuneese mancano all’appello oltre 300 millimetri di pioggia da inizio anno (su una media di 635 di precipitazioni). A risentire delle scarse piogge è anche il primo tratto del Po, che recupera però in Emilia Romagna, dove registra portate superiori allo scorso anno, attestandosi a livelli di “normale siccità idrologica”, seppur inferiori alla media del periodo. Gli altri fiumi emiliani continuano a essere deficitari, in particolare quelli piacentini (la Trebbia è addirittura in secca), “che sprofondano sotto i minimi storici seppur, nella stessa area, il bacino di Mignano registra la migliore performance del recente triennio”, spiega l’Anbi.

In Lombardia, il fiume Adda ha una portata inferiore di oltre 200 metri cubi al secondo rispetto dell’anno scorso, mentre è buona, seppur inferiore al 2020, la condizione dei corsi d’acqua del Veneto, grazie alle precipitazioni di agosto. Le piogge estive hanno beneficato anche i fiumi della Toscana, tutti in crescita dopo settimane di grande sofferenza e con l’Arno tornato sopra la media mensile. Restano in grave deficit idrico i fiumi delle Marche con il Sentino, che ha toccato il minimo storico nell’ altezza idrometrica (-37 centimetri) e per i bacini idrici pieni per la metà della capacità disponibile e “lontanissimi dalle quote degli anni scorsi, complici una temperatura media regionale, superiore di oltre 2 gradi rispetto al passato e precipitazioni calate del 25,5%”.

Piogge estive scarse anche sull’Umbria, mentre nel Lazio la situazione è nella media (fiume Liri in crescita, Sacco in calo, lago di Bracciano in decrescita fisiologica stagionale); buona la condizione dei corsi d’acqua della Campania con Liri, Garigliano e Sele al record di portata del quinquennio. Al Sud, le disponibilità idriche, accumulate in Basilicata e Puglia durante i mesi scorsi, stanno permettendo una regolare stagione irrigua, nonostante le riserve in agosto siano calate. Se in Sardegna la situazione è in linea con il positivo 2020, è negativa in Calabria (“territorio di ripetuti contrasti fra necessità agricole ed esigenze idroelettriche”, spiega l’Anbi) e in Sicilia, i cui bacini registrano uno dei dati peggiori del recente decennio.

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