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Coronavirus, lo studio del S.Anna di Pisa: “Due epidemie in Italia nella prima ondata”

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
31 Agosto 2021
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Tra febbraio e aprile 2020 ci sono state due diverse epidemie di Covid-19 in Italia: una con crescita esponenziale in Lombardia e nelle regioni più colpite del Nord, e un’altra più moderata nel resto del Paese, Veneto compreso, dove è stata subito adottata una strategia aggressiva di test. Lo evidenzia lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con la Pennsylvania State University e l’Università Laval del Quebec.

In particolare l’epidemia ha avuto una crescita esponenziale prima in Lombardia, seguita da Emilia Romagna, Marche, Liguria, Piemonte, le province autonome di Trento e Bolzano, e infine Valle d’Aosta. Perché due epidemie? L’andamento della mortalità nel primo gruppo può essere dovuto, secondo i ricercatori, al fatto che il virus è circolato in modo silente nel nord Italia per un lungo periodo di tempo prima che fosse preso qualche provvedimento a livello pubblico. Una larga parte di positivi sono infatti asintomatici e contagiosi e hanno continuato a crescere. Lo studio ha documentato forti associazioni tra la mortalità da Covid-19, la mobilità, e i tassi di positività.

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“I nostri risultati, insieme a quelli di altri studi in Italia e nel mondo, supportano la tesi secondo la quale la mobilità ha un ruolo fondamentale nel modulare le curve epidemiche, e il tasso di positività può essere utilizzato per monitorare l’andamento della pandemia”, commenta Tobia Boschi, della Penn State. L’assistenza primaria distribuita, che sembra mitigare la mortalità, e la dimensione di potenziali hub di contagio in ospedali, scuole e luoghi di lavoro, possono invece aggravare l’epidemia. Potrebbero essere utili, aggiunge Lorenzo Testa, allievo della Scuola Superiore Sant’Anna, “investimenti di breve e medio periodo per incrementare l’assistenza primaria decentralizzata, o strategie per ridurre il numero di studenti, pazienti e lavoratori nello stesso ambiente”.

Tags: coronavirus
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