Pescara. Gli incendi per autocombustione “sono casi molto rari”: i roghi che ogni anno distruggono migliaia di ettari di aree boschive in tutta Italia sono dovuti “all’incuria, alla scarsa manutenzione” e, molto spesso, a comportamenti dolosi dei cittadini, come dimostrano alcuni inneschi trovati nelle aree distrutte dal fuoco negli ultimi giorni sia in Sardegna sia in Sicilia. Per cambiare rotta, dunque, serve un investimento “in prevenzione ma anche in educazione civica, per insegnare ai ragazzi delle scuole il rispetto per i boschi”.
Appena insediato, il nuovo capo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco Guido Parisi è già alle prese con l’emergenza incendi: dopo la Sardegna e la Sicilia, ora a bruciare sono soprattutto le regioni sul fronte Adriatico, Marche, Abruzzo, Puglia. Basta un dato: nelle ultime 24 ore i vigili del fuoco hanno effettuato 717 interventi, 49 dei quali con i Canadair e gli elicotteri. E dall’inizio della campagna antincendi estiva, il 15 giugno, sono arrivati a oltre 37mila interventi, 16mila in più rispetto all’anno scorso. Sul campo ci sono quasi 6mila uomini, in Sicilia in poche ore sono passati da 500 a 800. “Il clima secco e ventoso – dice Parisi – crea le condizioni favorevoli al diffondersi dei roghi”. Ma non è certo il clima il primo responsabile.
“L’autocombustione – spiega – è un caso assolutamente raro. La causa naturale può esserci, ad esempio quando
ci sono dei fulmini, ma a scatenare le fiamme è purtroppo molto spesso l’incuria nella quale versano le aree
boschive, i comportamenti dei cittadini che lasciano rifiuti senza curarsi delle conseguenze, e la scarsità di manutenzione”.
Comportamenti ai quali se ne aggiunge un altro, il dolo. “Sarà l’autorità giudiziaria, con il supporto dei Carabinieri forestali, ad individuare le cause – dice Parisi – Quel che è certo è che sia in Sardegna sia in Sicilia sono stati trovati degli oggetti incendiari” nelle zone che sono state distrutte dalle fiamme.
Prevenzione, dunque, e comportamenti corretti. Queste sono le uniche armi contro gli incendi. Perché quando
intervengono i Canadair e gli elicotteri “il sistema ha già perso”.
La competenza dello spegnimento degli incendi boschivi è “esclusiva delle Regioni” ricorda il capo dei Vigili del Fuoco, mentre quando i roghi si trasformano in ‘incendi di interfaccia’, vale a dire che si sviluppano vicino ai centri urbani, allora si entra nell’ambito del soccorso tecnico urgente, che è competenza dei vigili del fuoco. Per questo, è fondamentale l’aggiornamento dei piani e per questo nascono le convenzioni con i Vigili del Fuoco. “La lezione che ci arriva – ripete Parisi – è che bisogna fare prevenzione e curare il territorio. Serve un maggior coinvolgimento del mondo del volontariato per segnalare gli incendi appena si sviluppano e per curare la pulizia e fare prevenzione. Ma
anche i cittadini devono occuparsi della manutenzione dei propri spazi”.
Una strada che va percorsa “tutti insieme” e per questo il Piano nazionale di ripresa e resilienza può essere uno strumento fondamentale. “Mi auguro che tra le diverse iniziative che potremmo fare con i fondi del Pnrr possa esserci una maggiore attenzione alla prevenzione”.
E poi serve un vero e proprio investimento culturale. “Dobbiamo lavorare a diversi livelli sull’educazione civica – conclude Parisi – partendo dai ragazzi. Per insegnare il rispetto e i giusti comportamenti”. Altrimenti, resta solo da far alzare in volo i Canadair e guardare ogni anno pezzi d’Italia che bruciano.