Il numero di vaccinazioni giornaliere stabile ormai da settimane, “non riesce a decollare sia per il mancato utilizzo dei vaccini a vettore adenovirale per le prime dosi, sia per la limitata disponibilità di quelli a mRNA. In particolare, AstraZeneca è impiegato quasi solo per i richiami mentre le somministrazioni di Johnson & Johnson sono ormai esigue: nell’ultima settimana sono state meno di 4 mila al giorno a fronte di oltre 944 mila dosi in frigo”. A evidenziarlo è il nuovo monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe Ormai oltre il 64% della popolazione (37,7 milioni) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+938.395 rispetto alla settimana precedente) e il 52,3% (31 milioni) ha completato il ciclo (+2.928.731 rispetto alla settimana precedente). In lieve calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni con una media di 528.285 al giorno.
“Dopo il flop di Curevac ed il progressivo tramonto dei vaccini a vettore virale la campagna è ormai dipendente dai vaccini a mRNA, ma rimangono incerti i tempi di consegna di oltre 45 milioni di dosi previste per il terzo trimestre”, precisa il presidente Gimbe, Nino Cartabellotta. Quanto alla copertura nelle fasce più a rischio: tra gli over 60, l’88,5% ha ricevuto almeno la prima dose, “con un incremento settimanale nazionale irrisorio (+0,5%) e nette differenze regionali”. Quasi 3,2 milioni di over 60 non hanno ancora completato il ciclo. Di questi, 2 milioni (11,5%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose e 1,1 milioni (6,2%) sono in attesa della seconda. “Da 2 mesi l’incremento delle coperture in questa fascia d’età – precisa Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe – è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali, mentre rimane ‘congelato’ il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale proprio dei soggetti più a rischio”.